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Con l’arrivo del periodo autunnale molte cantine e produttori di vino iniziano il processo di realizzazione del novello, un prodotto poco conosciuto e spesso difficile da trovare, ma che ogni amante del vino aspetta con ansia in questi mesi.

Il vino novello è caratterizzato da sentori fruttati, da morbidezza, da armonia, dalla freschezza e dal sapore unico conferito dai livelli tannici molto bassi, subito pronti da bere e privi dalla struttura necessaria per l’invecchiamento.

Tuttavia, è un errore confondere il vino nuovo con novello: sono in realtà prodotti distinti, perché ottenuti con tecniche differenti di vinificazione.

Ma, perché viene prodotto in inverno? Ha una scadenza? Da quando si può vendere il vino novello? In questa guida rispondiamo a queste e tante altre domande sul vino novello, per capire meglio la produzione e l’arrivo sul mercato.

Quando si può vendere il vino novello

Per quasi tutto l’anno il vino novello è difficile da trovare al ristorante, in enoteca e introvabile in molti negozi, questo perché, come indicato dal nome, è un vino che viene prodotto, venduto e degustato in poco tempo. La motivazione è semplice: si tratta di un vino giovane che invecchia subito, per questo deve seguire delle regole molto rigide.

Per la sua commercializzazione si segue una precisa normativa, che impone una data di uscita che indica da quando si può vendere il vino novello. Allo stesso modo è stata stabilita anche una data che impone lo stop alla commercializzazione.

Secondo la legge, il vino novello può essere commercializzato a partire dal 30 ottobre fino al 31 dicembre dello stesso anno di produzione. Prima del 30 ottobre perciò il novello non è vendibile. Inoltre, dopo l’imbottigliamento, il vino novello può mantenere le sue caratteristiche per 6 mesi, successivamente inizia a deteriorarsi.

Se il vostro novello preferito non è ancora disponibile, è possibile che venga imbottigliato e commercializzato a partire dalla terza settimana di novembre, proprio come avveniva prima della legge del 2012.

Grazie ad un decreto del ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali infatti dal 2012 è possibile mettere in commercio questo vino molto prima del 6 novembre.

In ogni caso, verso la fine di novembre quasi tutte le cantine avranno rilasciato le loro edizioni di vino novello, pronto per essere degustato. In altre parole, il novello è consumabile a pochissime settimane dalla vendemmia e sarà disponibile per pochissimo tempo, ed è proprio questa la sua vera unicità. Per questo, dovreste affrettarvi per provarlo almeno una volta nella vita.

Curiosità e tradizione

La tradizione vuole che l’apertura del vino novello venga festeggiata a San Martino, l’11 novembre, ovvero il giorno in cui da sempre i contadini chiudono e fanno il bilancio di un anno di lavoro.

L’11 novembre era anche il giorno in cui, fino a mezzo secolo fa, scadevano i contratti agricoli, contratti di gestione della terra ai quali era legata spesso anche la casa. Perciò se il contratto era in scadenza, in particolare nei territori della Pianura Padana, bisognava “fare San Martino” ossia prendere tutte le cose per traslocare e trovare lavoro nonché un futuro in altre cascine, campi e stalle.

In occasione della festa di San Martino era consuetudine, inoltre, mangiare i prodotti di stagione, come castagne e vino.

La produzione e degustazione del vino novello

Il fatto che debba essere venduto e consumato in pochissimo tempo, non è un difetto di questo prodotto: il vino novello, infatti, segue una speciale metodologia, diversa dalla fermentazione tradizionale, che fa sì che conservi le sue caratteristiche peculiari solo per un breve periodo, rendendolo ancora più ricercato e offrendoci un’esperienza gustativa unica.

La produzione, che inizia tra la fine di settembre e l’inizio di ottobre, è chiamata macerazione carbonica e permette una vinificazione velocissima che avviene in assenza di ossigeno e in presenza di anidride carbonica.

Nel giro di pochi giorni vengono estratte efficacemente dalle uve tutte le componenti aromatiche, mentre quelle che servono per conferire al vino corpo e struttura non vengono estratte in quanto necessitano di periodi di maturazione più lunghi.

Il risultato di questa metodologia è un vino leggero, profumato, vivace, dalla bassa gradazione alcolica, dal colore delicato, ma anche ricco di aromi e profumi.

Grazie alla sua natura fresca, si abbina perfettamente a piatti autunnali, come le castagne arrosto, formaggi freschi o anche con piatti di carne come il maiale o la cacciagione.

Tuttavia, proprio perché mancano tutte le componenti che caratterizzano il corpo e la struttura del vino, il novello non è affatto adatto all’invecchiamento e alla maturazione: si tratta di un vino super versatile, però da bere giovane.

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