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Il vino è un’esperienza sensoriale completa che può suscitare emozioni e percezioni differenti a seconda degli stimoli esterni o delle sensazioni legate all’ambiente in cui lo si degusta.

Se è vero che un’esperienza di degustazione perfetta prevede che il vino si debba osservare, annusare e soprattutto assaporare, non meno importante è “sentire” il vino non solo con il palato ma anche con l’udito.

Se le percezioni legate al vino possono infatti variare con il cibo a cui esso si accompagna e in relazione al clima o al contesto in cui lo si assapora, altrettanto velocemente possono cambiare gli stati emozionali provocati dal vino in relazione alla musica che si ascolta.

Quella tra musica e vino è un’accoppiata largamente dibattuta che negli anni ha dato luogo a diverse interpretazioni, frutto di studi e ricerche.

Le combinazioni tra musica e vino sono talmente varie da rendere quasi necessaria la nascita di una nuova figura professionale, il sound sommelier, un consulente a cui rivolgersi per capire qual è la musica da abbinare al vino.

Musica e vino: la parola al sound sommelier

Secondo il sound sommelier il vino si può ascoltare.

Il compito di questo consulente del vino è proprio di abbinare la musica giusta al vino.

Il primo a farlo fu Paolo Scarpellini, che, dopo una carriera prima di critico musicale e poi di giudice e reporter, ha deciso di diventare sound sommelier.

Teorie e convinzioni del sound sommelier

La  convinzione primaria di Scarpellini, ossia che il vino sia musica da bere e viceversa la musica sia vino da ascoltare, nasce dalla teoria, convalidata da studi e ricerche, secondo cui un vino verrebbe percepito attraverso un’immagine celebrale scaturita da tutte le sensazioni indotte dai nostri sensi.

Le note musicali aiuterebbero, a detta di Scarpellini, a far emergere sensazioni e aromi che diversamente non potrebbero scaturire, di qui l’importanza dello studio approfondito delle caratteristiche di un vino, da cui parte il lavoro del sound sommelier.

Dopo averne studiato il profilo gusto-olfattivo, infatti, Paolo Scarpellini rivela di aver necessità di valutare anche la situazione in cui il vino viene degustato, per poi individuare il sound ideale da abbinargli.

Musica e vino: esempi di abbinamento

A chi si chiede qual è la musica da abbinare al vino Scarpellini offre alcune utili risposte, affermando che il Vermentino si degusti bene con Surfin Usa, una canzone con poche armonie dei Beach Boys, mentre il jazz di Paolo Conte, intenso e profondo si abbina ad un rosso come il Barolo, e, perché no, ad un buon Cannonau (aggiungiamo noi!), che ben si degusta anche con la black music, perfetta per il suo sapore ricco.

Musica e vino: studi e ricerche

Che la percezione del vino sia alterata dalla musica è confermato anche da numerose ricerche e studi scientifici che evidenziano come brani musicali diversi possano influire notevolmente sul modo in cui il gusto di un vino viene percepito.

Uno dei più importanti studi sul tema fu condotto dal prof. Adrian North, che, presso l’Università di Edimburgo, fece degustare due tipi di vino, uno bianco ed uno rosso, ad un campione di 250 persone, sia uomini che donne con 4 tipi di musica diverse in sottofondo o in totale assenza di musica.

Il risultato fu appunto che la descrizione del vino degustato variava in relazione alla musica ascoltata, portando il prof. North a concludere che esistessero le basi scientifiche per affermare che la musica non solo influenza il comportamento ma è in grado di cambiare radicalmente la percezione del vino degustato.

Questo è reso possibile dal fatto che il sottofondo musicale associato alla degustazione stimola alcune aree del cervello, che a loro volta condizionano e modificano le sensazioni percepite all’assaggio del vino.

Lo stesso Scarpellini, ebbe conferma di questa teoria durante uno dei suoi viaggi professionali negli Stati Uniti, dove partecipò ad un incontro fondamentale per la sua carriera di sound sommelier.

Durante una degustazione una ventina di vini furono sottoposti all’assaggio dapprima senza sottofondo musicale e poi con un’unica canzone in sottofondo.

Il risultato fu che quasi tutti i partecipanti percepirono sensazioni diverse degustando il vino con e senza musica.

L’abbinamento tra vino e musica è particolarmente sentito anche in Gran Bretagna, dove alcune riviste inglesi hanno pubblicato delle vere e proprie classifiche per suggerire il migliore sottofondo per i vari tipi di vino, tra questi spiccano Robbin Williams per il vino Chardonnay e i Rolling Stones per il Cabernet Sauvignon.

Sempre secondo riviste inglesi di settore i produttori vitivinicoli britannici avrebbero addirittura pensato di suggerire direttamente in etichetta la colonna sonora ideale per la degustazione delle loro bottiglie di vino.

Per quanto riguarda l’Italia, l’abbinamento tra musica e vino è stato celebrato da turisti e appassionati in occasione di Cantine Aperte del 2014, manifestazione che si è svolta totalmente all’insegna della musica.

In questa occasione, infatti, si è deciso qual è la musica da abbinare al vino sulla base di un contest che ha permesso di pubblicare su Twitter le preferenze degli utenti in merito ai migliori accostamenti o a quelli più originali.

In cima alle preferenze l’abbinamento del Cannonau alla musica di Ligabue, non meno originale l’abbinamento della musica dei Pink Floyd alla degustazione dell’Amarone e di Domenico Modugno in coppia con l’Amarone.

Non resta che stappare una bottiglia di vino a suon di musica, ovviamente Cantine di Dolianova.

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