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La degustazione di un vino bianco segue le linee guida valide per ogni tipologia di vino, e prevede tre fasi principali che ne analizzano il colore, il profumo e il gusto o sapore.

Le tre fasi della degustazione: esame visivo, olfattivo e gustativo

Per degustare al meglio un vino bianco è indispensabile infatti procedere con una dettagliata analisi sensoriale che si articola in tre momenti fondamentali: esame visivo, esame olfattivo ed esame gustativo.

Ecco come procedere per una perfetta degustazione del vino bianco, dalle tecniche di rotazione del calice alla temperatura di servizio fino all’analisi delle principali caratteristiche organolettiche.

Come degustare un vino bianco: esame visivo

La prima fase dell’analisi sensoriale di un vino bianco prevede la valutazione del colore o limpidezza.

A differenza dei vini rossi, quelli bianchi presentano una gamma più ristretta di colori, espressione della tipologia dell’uva con cui sono stati prodotti o della tecnica di vinificazione utilizzata per produrli.

Anche il vino bianco, tuttavia, come quello rosso, si evolve e matura modificando il suo colore nel tempo. Le sfumature di colore che è possibile percepire ad un primo esame visivo sono:

  • bianco carta
  • giallo pallido con sfumature verdi
  • giallo paglierino
  • giallo dorato
  • giallo tendente all’ambrato
  • ambrato.

Il Montesicci, Nasco di Cagliari Doc, si presenta alla vista con un colore giallo paglierino tenue a cui si aggiungono sfumature verdognole nel caso del Perlas, Nuragus di Cagliari Doc e del Prendas, Vermentino di Sardegna Doc.

L’esame visivo è fondamentale prima di degustare un vino bianco in quanto consente di ottenere informazioni importanti sulla sua età, sui metodi di vinificazione e sull’uvaggio.

Proprio attraverso il colore è possibile infatti capire le tecniche di fermentazione utilizzate o se siamo in presenza di un vino giovane o invecchiato.

In particolare un vino di giovane età o poco strutturato avrà un colore giallo paglierino, con l’invecchiamento invece il giallo tenderà sempre più a scurirsi e a diventare dorato, indicando una fermentazione in botte ed una gradazione alcolica importante.

Il Perlas e il Prendas, in condizioni ideali di conservazione, sopportano un periodo di affinamento di circa 2 anni a partire dalla data di imbottigliamento.
Il Montesicci invece esprime il meglio delle sue qualità organolettiche a partire da un anno dalla vendemmia per quanto la sua struttura consenta lunghi periodi di affinamento.

In questa prima fase preliminare è possibile ottenere informazioni anche sulla viscosità del vino e sul suo livello di alcool.

Per farlo è necessario far ruotare lentamente il bicchiere e “avvinarne le pareti” ossia far toccare al vino l’interno del bicchiere fino a formare degli archetti.

In base alla velocità con cui il vino scenderà dai bordi del calice e alla forma e tipologia degli archetti formatisi si potrà capire se un vino è più o meno alcolico: più gli archetti sono lenti e stretti più il vino sarà strutturato e di buon corpo.

Come degustare un vino bianco: esame olfattivo

La seconda fase fondamentale che precede la degustazione vera e propria del vino bianco consiste in un esame olfattivo ossia in un’analisi sensoriale che passa essenzialmente attraverso il naso.

Dopo aver osservato il vino bianco nel suo colore e averne valutato la persistenza è il momento di percepirne il bouquet aromatico, ossia l’intensità del profumo e la sua persistenza.

La prova olfattiva si effettua con il bicchiere tenuto ben saldo e inclinato in corrispondenza del naso, a cui segue una lenta e profonda inspirazione.

Questa prima “prova” permetterà di individuare odori e aromi del vino che si sta per degustare, indicativi dell’uva da cui esso è prodotto e del livello di maturazione del vino stesso.

Generalmente i vini bianchi presentano al naso aromi di fiori bianchi e note fruttate di pera e mela, in caso di vini più strutturati si percepiscono sentori di fiori gialli quali l’acacia o aromi di frutta a polpa gialla come pesca o albicocca con note speziate e di mandorla.

Non mancano bouquet aromatici di tipo erbaceo, quali note di salvia, timo, lavanda o menta.

In caso di fermentazione malolattica, ossia il processo che permette di trasformare l’acido malico in acido lattico e anidride carbonica che si utilizza soprattutto nella produzione dei Chardonnay, è possibile riconoscere aromi di banana e note fruttate di particolare intensità.

Il Montesicci, Nasco di Cagliari Doc, di colore giallo paglierino, al naso presenta note di spezie dolci, fiori passiti e gradevoli richiami di frutta tostata.

Il Dolì, vino frizzante di colore giallo paglierino con riflessi verdognoli, si distingue per il suo profumo fruttato con una persistente nota di freschezza con note di mandorle e fiori bianchi.

Anche in questa seconda fase per sprigionare al meglio gli aromi è indispensabile far roteare il bicchiere con movimento ampio in modo da aumentare la percezione delle sostanze volatili e valutarne, oltre al profumo, anche la complessità negli aromi e la qualità.

Come degustare un vino bianco: esame gustativo

L’analisi sensoriale di un vino bianco si completa con l’esame gustativo: è tempo di assaggiare il vino e degustarlo percependone intensità e persistenza e valutandone armonia ed equilibrio anche tramite il palato.

Ad un primo sorso la prima quantità di vino ingerita permetterà di individuare una sensazione acida, quella che in gergo viene definita la freschezza del vino, caratteristica che contraddistingue i vini bianchi.

Dopo il primo assaggio si procederà ad un secondo sorso di una piccola quantità di vino che dovrà essere trattenuta sul palato per una decina o al massimo quindicina di secondi.

Questo secondo assaggio permetterà di percepire meglio anche la sapidità del vino che aiuta ad individuare la sua maggiore o minore persistenza al palato.

I vini bianchi giovani si connotano per piacevolezza e freschezza determinata da un buon equilibrio conferito appunto dall’acidità, caratteristica in grado di contrastare efficacemente l’alcolicità.

Con l’invecchiamento, infatti, il fattore acidità va sempre più attenuandosi ed anche il vino tende a perdere la sua freschezza.
Per questo motivo è consigliabile procedere alla degustazione dei vini bianchi giovani entro uno o due anni dal momento dell’acquisto.

Il Perlas, Nuragus di Cagliari Doc, dal profumo fresco e garbatamente fruttato, si presenta di sapore delicato con una piacevole espressione acidula.
Il Prendas, Vermentino di Sardegnas Doc, floreale, fresco e fruttato, si rivela al palato con un sapore intenso e persistente, acidulo e con delicata e caratteristica vena amarognola sul finale.

Degustali freschi alla temperatura di servizio di 10°- 12° C in accompagnamento ad antipasti di mare, primi piatti a base di pesce e crostacei. Ogni bottiglia è un inno alla Sardegna.

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