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Vi sarà probabilmente capitato, leggendo l’etichetta di un vino (magari del Passito Moscato di Sardegna DOC delle Cantine di Dolianova), di trovarvi l’aggettivo morbido. Anche senza sapere cosa indichi precisamente questo termine, la vostra immaginazione si sarà probabilmente avvicinata ad una piacevole sensazione al palato, quasi una delicata e soffice carezza al momento della degustazione.

Ma cosa significa precisamente vino morbido? Scopriamolo insieme.

Vino morbido: significato dell’aggettivo

In maniera coerente con quanto probabilmente avete già immaginato al sentir parlare di morbidezza del vino, con questo aggettivo ci si riferisce ad una particolare sensazione tattile in bocca, rotonda, avvolgente, vellutata e piacevole. Insomma, il significato di morbidezza in un vino non si discosta tanto dalla definizione del dizionario, in cui questa qualità è descritta come: delicatezza e tenerezza al tatto. Si tratta dunque di una sensazione tattile percepibile, nel caso dei vini, esclusivamente nella cavità orale.

La morbidezza quindi non riguarda il gusto, ma la percezione tattile del vino durante la degustazione. È importante sottolineare che la morbidezza non deve essere confusa con la dolcezza, che è una sensazione gustativa dovuta agli zuccheri presenti nei vini dolci. La morbidezza, lo abbiamo detto, è invece esclusivamente tattile e non coinvolge le sensazioni gustative.

La percezione di morbidezza è solitamente accompagnata da una certa corposità e dall’alcolicità che, aggiungendo una sensazione di calore nella bocca, completa l’esperienza sensoriale complessiva.

La morbidezza, quando ben bilanciata con altre componenti del vino, come l’acidità e la tannicità (legata alle sensazioni di astringenza), può essere considerata una caratteristica positiva per la qualità complessiva del vino. Tuttavia, è essenziale che ci sia un equilibrio tra queste componenti, altrimenti la morbidezza può diventare eccessiva, facendo apparire il vino troppo pastoso.

Cosa rende un vino morbido?

La morbidezza del vino è principalmente dovuta alla presenza di polialcoli, sostanze naturalmente prodotte durante il processo di fermentazione alcolica. Tra questi, il protagonista indiscusso è il glicerolo, un triolo composto da tre gruppi OH, solitamente presente nel vino in quantità comprese fra i 5 e i 18 g/l. Incolore e privo di sapore, il glicerolo è caratterizzato da una densità e viscosità peculiari. Se presente in quantità elevate, come è il caso ad esempio dei vini passiti, questo polialcolo contribuisce in modo significativo alla sensazione di morbidezza nel vino.

Un altro fattore che contribuisce considerevolemente alla morbidezza di un vino è l’utilizzo della barrique (una piccola botte in rovere di quercia). Si parla in questo caso di vini barricati. L’invecchiamento in barrique conferisce al vino non solo morbidezza ma anche sensazioni di vaniglia, tostatura, affumicato e speziatura. Il rischio è però quello di omologare i vini a scapito delle caratteristiche varitali dei singoli vitigni.

Ancora, l’uso di additivi come la gomma arabica contribuisce considerevolmente alla morbidezza dei vini. La gomma arabica è un additivo alimentare talvolta utilizzato in enologia, quasi esclusivamente per i vini rossi. Oltre ad aumentare la morbidezza del vino (se usata in grande quantità), la gomma arabica, preparata da derivati vegetali, viene utilizzata in cantina per la stabilizzazione tartarica e colloidale e per prevenire difetti di colore o limpidezza.

La morbidezza è poi legata all’invecchiamento: col passare del tempo, infatti, il vino in bottiglia tende ad aumentare la sua morbidezza e a diminuire la sua acidità, acquisendo complessità.

Infine, il concetto di morbidezza è poi legato al tipo di vitigno. Alcuni vitigni, come il Merlot e il Primitivo, sono naturalmente morbidi e perdere questa caratteristica significherebbe comprometterne la tipicità.

Se spesso la qualità di un vino viene, erroneamente, giudicata in base al livello di morbidezza (in quanto questa qualità rende il vino facile e piacevole da bere), vi è anche chi non segue questa tendenza e, anzi, considera un vino particolarmente morbido come omologato e privato delle sue caratteristiche più peculiari, preferendogli vini dal gusto più acidulo e individuale.

In fin dei conti, è il gusto personale a fare la vera differenza.

Degustare un vino morbido

Per percepire se un vino è morbido o meno basta davvero un attimo. È sufficiente prestare attenzione alla sensazione tattile percepita in bocca.

In particolare, la sensazione di morbidezza si percepisce al centro della lingua, sull’arcata palatale, sulle pareti interne delle guance e, in modo marginale, sulle gengive. Concentratevi sulle sensazini tattili per notare se descrivereste il vino come duro e ruvido o come un mantello vellutato e caldo che, con rotondità, accarezza la vostra bocca.

Vi sono diversi livelli di morbidezza del vino. Il vino può essere definito:

  • Debole o Spigoloso, se la morbidezza è è una qualità totalmente assente;
  • Poco morbido, se la morbidezza non è completamente assente, ma non particolarmente percepibile;
  • Morbido, se le già descritte sensazioni vellutate e rotonde sono ben percepibili ed equilibrate;
  • Pastoso: infine, il vino diventa pastoso quando la morbidezza è decisamente eccessiva e, dunque, sgradevole. Inoltre, come abbiamo accennato, l’eccesso di morbidezza rende il vino piatto, livellando le caratteristiche peculiari delle varietà d’uva utilizzate.

Attenzione però: nel caso in cui stiamo degustando un vino da uve passite o in generale un vino bianco da dessert, l’elevato livello di morbidezza è una caratteristica necessaria e positiva!

Alcuni esempi di vini morbidi delle Cantine di Dolianova

Per concludere, passiamo al lato pratico con alcuni esempi di vini morbidi.

Se vi piacciono i vini morbidi e ricercate, parallelamente, l’alta qualità, ecco di seguito una lista di vini che probabilmente fanno al caso vostro.

  • Terresicci Isola dei Nuraghi IGT

Questo vino, dall’odore intenso e persistente, con sentori di ciliegia e ribes e note finali di cannella, si presenta al palato come rotonto e dal finale armonico. La sua struttura esuberante è accompagnata da tannini vellutati.

Dal profumo avvolgente e intenso, con piacevoli sentori di sottobosco, questo vino prodotto al 100% da Carignano è vellutato e dal sapore intenso.

  • Dolì vino frizzante delle Cantine di Dolianova

Se amate i rosè frizzanti potete provare il nostro Dolì, vino morbido dal sapore vivace e fruttato, con una piacevole nota di freschezza.

  • Passito Moscato di Sardegna DOC

Lo abbiamo già citato: il passito non può assolutamente mancare in una lista di vini morbidi. Dal profumo ampio e aromatico, con un bouquet di fiori d’acacia passiti, agrumi canditi, confettura di albicocca e, sul finale, note speziate e vanigliate, il passito è caratterizzato da una setosa fluidità, dolce morbidezza e un gran corpo.

  • Naeli Vermentino di Sardegna DOC

Il Naeli, dal profumo intenso, fresco e fruttato con sentori di ananas e mela verde, ha un sapore morbido e persistente, leggermente amarognolo sul finale.

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