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La storia del vino Nuragus

Il Nuragus è una varietà di uva da vino bianca che dà origine all’omonimo vino della Sardegna di colore giallo paglierino che si sviluppa intorno alla Città di Cagliari, la cui denominazione DOC risale al novembre del 1974.

Questo vitigno a bacca bianca ha origini antichissime ed è legato alla nostra isola fin dai tempi dei fenici.

Ecco quali sono le ipotesi più accreditate sulla storia del vitigno Nuragus, a partire dall’etimologia del suo nome fino alle testimonianze storiche.

Nuragus: origini del vitigno

Le prime testimonianze del vitigno Nuragus sembrano risalire alla civiltà nuragica, che inizialmente si basava sull’agricoltura e dominò l’isola di Sardegna dal XVIII secolo a.C. circa al II secolo d.C.

All’inizio dell’età del Bronzo, con l’espansione economica della Sardegna dovuta alle scoperte minerarie, il territorio sardo iniziò a diventare una meta molto ambita dalle grandi civiltà del tempo.

Intorno al 1000 a.C. il popolo sardo iniziò ad intrattenere fitti scambi commerciali con i Fenici, che nel 540 a.C. tentarono di conquistare l’isola.

Sebbene l’attacco fu respinto, i Fenici riuscirono a dominare nel 509 a.C. parti della Sardegna Costiera e meridionale, ma questo non fu l’unico attacco a cui l’Isola dovette sottostare.

Nel 238 a.C. la Sardegna passò nelle mani di Roma dopo la vittoria dei Romani su Cartagine nella prima guerra punica e la realtà nuragica assunse un ruolo sempre più marginale.

Tuttavia, essa ha lasciato importanti testimonianze della sua esistenza: le famose rovine di pietra a forme di torre, meglio conosciute come Nuraghi, ne sono diventate il simbolo, tanto da raggiungere le 7.000 unità in tutta l’Isola.

Nuragus: etimologia del vitigno

Sebbene si stimi che nell’apogeo dell’età nuragica essi fossero in numero molto superiore, il dato certo è che hanno talmente lasciato l’impronta della loro presenza nel territorio sardo da poter influenzare l’etimologia di questi antichi vitigni, che, secondo alcuni studiosi, ne richiamerebbero anche la forma con i loro grappoli.

Nonostante questo, secondo gli ampelografi l’importazione dei primi vitigni di Nuragus sarebbe da attribuire ai marinai Fenici, anche se non è escluso che i vari popoli conquistatori abbiano dato il loro significativo apporto all’importazione di questo vitigno a bacca bianca.

Le origini del Nuragus vengono fatte risalire in modo particolare al periodo della fondazione di Nora da parte del popolo Fenicio, come conferma lo stesso prefisso di derivazione punica “Nur”, che compone il nome del vitigno e del vino Nuragus.

Alcuni studiosi avanzano invece una diversa interpretazione affermando che il nome del vitigno deriverebbe da alcuni semi che germogliavano nei pressi della città di Nuragus, attribuendo i due sinonimi in dialetto “Abbondosa” (abbondante, in riferimento alla produzione di frutta) e “Burdu” (selvaggio) alle caratteristiche distintive del Nuragus, ossia la sua elevata produttività e resistenza.

Tra i soprannomi locali più diffusi di questa varietà di uva bianca troviamo anche axina de poporus (uva dei poveri), pagadepidu (debitore), preni tineddus (riempire i tini).

Sempre in riferimento alla sua etimologia, esiste una terza ipotesi che individuerebbe la testimonianze della produzione di questo vitigno già a partire dal 1600.

In alcuni testi notarili dell’epoca viene, infatti, citato il “Muscadeddu de Nuragus”, vino da dessert ottenuto da uve appassite, che potrebbe rappresentare l’antenato del Nuragus di Cagliari.

Il vino Nuragus: proprietà organolettiche

I vini prodotti con l’uva Nuragus non sono destinati ad essere invecchiati. Hanno aromi fruttati, con note di miele ed una media acidità, un colore paglierino talvolta con lievi venature verdi.

Il vino Nuragus al naso si presenta moderatamente intenso con note floreali di caprifoglio, agrumi e frutta, al palato corposo e discretamente alcolico, con un buon equilibrio tra fresco e secco.

Presso le nostre cantine privilegiamo da sempre la coltivazione dei vitigni più tipici della nostra isola.

Il Nuragus coltivato nei nostri vigneti è di grande generosità e dà origine ad un vino fresco floreale e garbatamente fruttato: il Dolia, delicato ed elegante, con piacevole espressione acidula è oggi una Doc molto apprezzata dagli intenditori.

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