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Dell’uva non si butta via niente, dai chicchi alla buccia ogni parte di questo frutto tipicamente autunnale è un concentrato di benessere ed un vero e proprio alleato per la nostra salute.

Ricca di fitocomposti preziosi per il nostro organismo, soprattutto nella varietà nera, l’uva contiene una percentuale elevata di vitamine e antiossidanti ed un’alta concentrazione di fibre e sali minerali, dal potassio al fosforo a ferro e zinco.

Scopriamo nel dettaglio le proprietà nutrizionali, a cosa fa bene l’uva, perché e come includerla nella nostra alimentazione.

Cosa contiene l’uva: valori nutrizionali

Iniziamo a parlare dell’uva a partire da qualche nozione sui suoi valori nutrizionali. L’uva ha un contenuto zuccherino molto elevato, soprattutto se paragonata ad altri frutti: i carboidrati contenuti in un acino d’uva sono infatti pari circa al 96% (se escludiamo dal calcolo il contenuto di acqua). Il restante 4% è suddiviso in:

  • 3% di contenuto proteico;
  • 1% di grassi.

Più precisamente, in riferimento a 100 grammi di uva abbiamo:

  • 80 g di acqua;
  • 15 g circa di carboidrati (zuccheri), quantità che varia a seconda del grado di maturazione;
  • 0,5 g di proteine (soprattutto amminoacidi essenziali);
  • 5 g di fibra;
  • 192 mg di potassio;
  • 27 mg di calcio;
  • 4 mg di fosforo;
  • infine, piccole quantità di zinco, ferro, sodio e rame.

L’uva, inoltre, è ricca di vitamine: contiene vitamina A, vitamine del gruppo B, vitamina E e piccole quantità di vitamina C.

Quante calorie ha un grappolo di uva?

Il contenuto calorico è pari a circa 60 calorie ogni 100 grammi. Considerando che un grappolo pesa in media 200-250 grammi, si calcola che le calorie di un grappolo di uva si aggirano sulle 120-150.

Per quanto riguarda l’uva sultanina, conosciuta anche con il nome di uva passa, le calorie aumentano (parliamo di 300 calorie per 100 grammi di prodotto).

Rispetto alle altre varietà, l’uva bianca è meno calorica, contiene meno grassi ed essendo molto ricca di acqua dona senso di sazietà e idrata il corpo. Si rivela dunque più adatta rispetto a quella nera per chi segue una dieta dimagrante; dal punto di vista nutrizionale non ci sono differenze tra i due tipi se non una maggiore presenza di ferro e flavonoidi nell’uva nera.

Un chicco di uva bianca apporta dalle 3 alle 6 calorie.

A cosa fa bene l’uva: benefici e proprietà

principi attivi utili per la salute, che sono contenuti nelle foglie, nei frutti e nei semi dell’uva (polifenoli, resveratrolo, proantocianidoli, antocianosidi e procianidine) possono essere utilizzati anche per finalità fitoterapiche. Ecco quali sono le innumerevoli proprietà benefiche dell’uva per l’organismo.

Depurativa e antiossidante: l’uva fa bene a fegato e reni

L’elevato contenuto di antiossidanti rende l’uva un frutto detossinante, perfetto per depurare fegato e reni dalle tossine e ritardare l’invecchiamento cellulare.

Questo frutto fa bene all’intestino per la sua capacità di rendere solubili tossine e i prodotti di scarto, favorendone l’eliminazione tramite feci e urine grazie alla sua azione disintossicante e drenante.

L’uva ha, infatti un’azione diuretica proprio per il suo elevato contenuto di acqua e potassio, che favoriscono l’eliminazione dei liquidi attraverso i reni e contribuiscono a regolare la pressione sanguigna grazie anche ad una ridotta concentrazione di sodio.

Perfetta per gli sportivi e indicata al termine di uno sforzo fisico intenso per reintegrare i sali minerali persi, il consumo dell’uva deve essere invece limitato in caso di colon irritabile o disfunzioni dell’apparato gastro intestinale.

Azione antinfiammatoria dell’uva: fa bene a pelle e capelli

L’uva ha anche proprietà antinfiammatorie e cicatrizzanti, pertanto è benefica per la salute di pelle e capelli, ma fa bene anche alle ossa.

Per il suo elevato contenuto vitaminico e l’alta concentrazione di flavonoidi è in grado di aiutare nella riparazione della cute e rafforzare i capillari, esercitando anche un’azione benefica sul microcircolo.

Tra i minerali in essa contenuti, in particolare è il boro a favorire l’assorbimento del calcio nelle ossa, ritardando patologie della terza età come l’osteoporosi.

In associazione al sesamo, questo minerale potenzia la sua azione benefica e permette di mantenere efficienti anche le funzioni mnemoniche e celebrali, rendendo così l’uva perfetta anche per favorire la concentrazione e dunque indicata agli studenti o in caso di stanchezza.

L’uva fa bene al cuore

Proprio perché ricchissima in flavonoidi, l’uva è un frutto particolarmente benefico per il sistema cardiovascolare poiché ritarda la formazione dei radicali liberi prevenendo l’invecchiamento delle cellule e proteggendo gli organi interni.

Il ruolo più significativo contro patologie cardiache o ancor di più contro l’arteriosclerosi è svolto dal resveratrolo, un fenolo la cui funzione è quella di proteggere la pianta da batteri e funghi che nell’uomo si traduce in una potente azione antibatterica. Estraibile principalmente dall’uva rossa e nera, questo composto si è rivelato efficace per prevenire i disturbi della senescenza senile in quanto contribuisce a mantenere in buona salute i neuroni cerebrali.

I flavonoidi contribuiscono a contrastare il colesterolo cattivo (LDL) e soprattutto quelli concentrati nella buccia d’uva, tra cui appunto il resveratrolo, proteggono il cuore svolgendo un’azione antitumorale grazie alla capacità di fluidificare il sangue, ostacolando, così, la formazione di trombi.

La parte dei semi d’uva, dove è contenuta la più alta concentrazione di fibra, contiene invece polifenoli e tannini, oltre che i grassi da cui ricavare l’olio di vinaccioli.

Il suo elevato contenuto di acido linoleico, un polinsaturo essenziale, permette di contrastare il colesterolo normalizzandone i livelli nel sangue.

Quanta uva si può mangiare al giorno?

Ricca di zuccheri e carboidrati, l’uva ha un indice glicemico elevato, pertanto non è consigliata a chi soffre di diabete o iperglicemia o a chi segue un regime alimentare di controllo del peso, per quanto questo frutto contenga come detto soltanto 60 calorie per 100 g di prodotto, di cui soltanto l’1% di grassi.

Nonostante l’alto contenuto zuccherino, le proprietà benefiche dell’uva sul nostro organismo sono, come abbiamo visto, a dir poco numerose e, se mangiata in maniera adeguata, può persino aiutare a dimagrire. Addirittura, come vedremo nel prossimo paragrafo, esiste una dieta curativa a base di uva, detta ampeloterapia.

Ovviamente, come per ogni alimento, per beneficiare degli effetti positivi è importante essere moderati e non esagerare. Non esiste una quantità precisa e univoca massima giornaliera, in quanto dipende da numerose variabili come il peso, lo stile di vita e via dicendo.

Ad ogni modo, per dare un’indicazione generale, la quantità di uva massima giornaliera corrisponde a circa 100 grammi.

Nonostante la cucina tradizionale italiana ci ha abituati a consumare la frutta a fine pasto, gli esperti oggi consigliano di consumarla come spuntino a metà pomeriggio (quindi in mezzo ai pasti) o in alternativa per colazione, magari accompagnata da yogurt magro e fiocchi d’avena.

Un altro consiglio, per chi volesse prestare attenzione al contenuto calorico, è di preferire l’uva bianca alla rossa: l’uva bianca ha infatti un contenuto inferiore di grassi.

Ampeloterapia: la cura dell’uva

Come abbiamo già accennato, per ampeloterapia si intende una dieta curativa a base di uva, finalizzata a disintossicare e depurare l’organismo, sfruttando le numerose proprietà benefiche del frutto.

L’ampeloterapia (dal greco ampelos, vite) è praticata fin dai tempi più antichi: addirittura questa pratica terapeutica può essere fatta risalire fino ai tempi delle antiche popolazioni arabe, greche e romane.

La cura dell’uva prevede un periodo di una settimana o 10 giorni, durante i quali vengono consumati circa 1 chilo e mezzo di uva al giorno, in sostituzione di ogni altro alimento. In questo modo si consente al corpo di eliminare tutte le tossine e di far riposare il sistema digestivo. È però importante che l’uva sia consumata in modo graduale, piccole quantità alla volta.

Quanti chicchi d’uva si mangiano a Capodanno?

In passato, l’uva era simbolo di prosperità e ricchezza, per questo protagonista indiscussa di banchetti e feste, sia pagane che religiose, dove esprimeva fertilità, abbondanza, vigore e diventava espressione di buon auspicio.

Proprio il valore simbolico dell’uva l’ha resa un alimento insostituibile in occasione delle festività anche in tempi moderni, tra queste appunto il Capodanno.

Secondo alcune tradizioni ogni chicco d’uva rappresentava un mese diverso dell’anno e da questo deriva l’usanza di mangiare dodici chicchi a Capodanno per accogliere un anno migliore.

Questo rito portafortuna ha origini spagnole, in particolare è ricondotto alla città di Madrid ed ha una motivazione prettamente economica prima ancora che religiosa.

L’ipotesi più accreditata è che nel 1909, in seguito ad una vendemmia troppo abbondante, i viticoltori di Alicante diffusero la voce che i chicchi di uva mangiati in occasione di Capodanno alla mezzanotte portassero fortuna così da liberarsi delle eccedenze del raccolto.

Quella che era una semplice leggenda divenne presto realtà quando in tutta la Spagna si iniziò per davvero a consumare questo frutto durante i banchetti dell’ultimo dell’anno come simbolo di nuovo auspicio.

In particolare, il popolo spagnolo iniziò ad accogliere l’anno nuovo mangiando 12 chicchi d’uva, uno per ogni rintocco di campana che annunciava la mezzanotte del 31 dicembre, come augurio di buona fortuna per l’anno entrante.

Migliaia di persone, in occasione del Capodanno, prendevano d’assalto la piazza dove si trovava l’orologio della Puerta del Sola Madrid, che, con i rintocchi delle sue campane, dava inizio ai festeggiamenti per l’arrivo dell’Anno Nuovo.

Pochi minuti prima dello scoccare della mezzanotte, infatti, esattamente 12 secondi primasi mangiavano dodici chicchi d’uva, uno per ogni rintocco che scandiva il countdown per augurare 12 mesi di felicità e ricchezza.

Tale rito di buon auspicio nato in Spagna per accogliere l’anno nuovo si è diffuso anche in alcune regioni italiane, dove ancora mangiare 12 chicchi d’uva a mezzanotte è un modo per accompagnare il conto alla rovescia e sperare in un anno migliore.

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