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La denominazione di origine controllata, nota come marchio DOC, nasce in ambito enologico in riferimento ad una vasta gamma di prodotti di qualità per certificarne la zona di origine e identificarne le caratteristiche strettamente connesse a fattori umani e all’ambiente naturale.

In realtà l’acronimo nasce in riferimento ai prodotti italiani, rinomati per bontà e qualità, con lo scopo di proteggerli all’interno di zone delimitate e strettamente controllate.

La creazione del marchio nacque soprattutto con l’intento di evitare che i vini locali potessero essere contraffatti e ne venisse compromessa l’originalità dei metodi di lavorazione e delle materie prime di qualità utilizzate con un uso ingannevole dello stesso nome.

Vini Doc e disciplinare di produzione

I vini Doc sono sottoposti ad uno specifico disciplinare di produzione, approvato con decreto ministeriale e devono pertanto essere sottoposti a diversi tipi di controlli preliminari in fase di produzione, dall’analisi chimico fisico agli esami delle caratteristiche organolettiche che confermino il possesso di determinati requisiti.

Più precisamente il processo di certificazione inizia dall’approvazione da parte di una commissione formata da organi tecnici della Regione, che si fa carico, in caso di esito positivo, di trasmettere la domanda al Ministero delle Politiche Agricole e Forestali.

L’ultimo passaggio prevede il riconoscimento da parte di un Decreto del Presidente della repubblica che certifica la Doc e sancisce ufficialmente il disciplinare di produzione con la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale.

I disciplinari dei vini D.O.C. devono stabilire:

  • la denominazione d’origine
  • la zona di produzione delle uve
  • la resa massima di uve e di vino per ettaro
  • il titolo alcolometrico minimo delle uve
  • caratteristiche fisico-chimiche ed organolettiche del vino
  • titolo alcolometrico minimo del vino
  • le condizioni climatiche e fisiche di produzione (clima, terreno, altitudine, esposizione, etc.)
  • la composizione dei vigneti
  • forme di allevamento e sistemi di potatura
  • periodo minimo di invecchiamento in legno e/o affinamento in bottiglia
  • eventuale imbottigliamento in zone delimitate

I vini dovranno dunque essere prodotti nel rispetto delle norme del Disciplinare per godere della certificazione che ne attesti la buona qualità e l’origine.

Quando nasce il marchio DOC: origini e storia

Il marchio Doc nacque negli anni Cinquanta ad opera di un funzionario del Ministero dell’Agricoltura,Rolando Ricci, ma la denominazione di origine controllata fu creata il 12 Luglio 1963 con il decreto n.930, applicato anche ai vini Moscato Passito di Pantelleria e Marsala.

La legge fu emanata al fine di proteggere i prodotti locali dalla concorrenza estera, per quanto l’acronimo fosse riconosciuto anche internazionalmente.

In Francia l’AOC (Appellation d’Origine Contrôllée), l’acronimo corrispondente alla Doc italiana, venne utilizzata per la prima volta in favore del Cognac agli inizi del Novecento.
La classificazione dei vini italiani inizia invece molto prima: ripercorriamo a ritroso le varie tappe, a partire dal periodo dell’Unità.

Vini e marchi: le origini del Doc

Nel 1861, con l’Unificazione d’Italia, furono accantonate norme e regole sul mondo del vino vigenti fino a quel momento, in quanto ritenute troppo eterogenee.

Per quasi settant’anni non vi fu alcun passo in avanti sul tema della legislazione sui vini a livello nazionale, finché nel 1970 si arrivò ad una prima classificazione, quella dei Vini Tipici, a loro volta suddivisi in Vini Speciali, Vini superiori e Vini fini.

Tra il 1963 e il 1992 fu introdotta una nuova suddivisione dei vini, che vennero catalogati in quattro categorie: Vino a Denominazione di Origine Controllata e Garantita, Vino a Denominazione di Origine Controllata, Vino a Denominazione di Origine Semplice e Vini senza denominazione.

Nel 1992 una nuova norma mantiene la denominazione DOCG e DOC mentre venne introdotta la denominazione IGT e quella di Vino da Tavola.

Altre due categorie vengono invece introdotte nel 2009 dall’Unione Europea, che rivede le denominazioni precedenti, introducendo la DOP (Denominazione di Origine Protetta) e IGP (Indicazione Geografica Protetta)

Evoluzione del Doc

Con la nuova regolamentazione, in vigore dal 1° Agosto 2009, la macro distinzione dei vini è dunque quella tra Vini di Origine Geografica e Vini senza Origine Geografica, ovvero tra DOP e IGP.

La denominazione IGT è ora diventata IGP mentre le denominazioni DOC e DOCG confluiscono nella denominazione DOP.

Con il termine vini DOP si fa riferimento a quei vini le cui caratteristiche sono strettamente collegate alla zona geografica di produzione, in relazione ad aspetti naturali come risorse e clima e fattori umani come le tecniche di produzione e trasformazione tipiche della zona.

In Italia tale normativa, giudicata estremamente penalizzante per i nostri prodotti, non è ancora entrata in vigore e la sua applicazione sembra procedere lentamente, pertanto viene ancora utilizzato il vecchio disciplinare.

Oggi i vini DOC possono riportare in etichetta anche alcune denominazione aggiuntive:

  • Classico per i vini prodotti nella zona di più antica tradizione;
  • Riserva per i vini sottoposti ad un invecchiamento più lungo;
  • Superiore per i vini con maggiore concentrazione zuccherine e gradazione alcolica elevata generate dal buon andamento climatico dell’annata.

Alla denominazione Doc dei vini può aggiungersi in uno stesso prodotto la DOCG, ossia la Denominazione di Origine Controllata e Garantita, che viene attribuita a quei prodotti di buona fama per speciali pregi organolettici.

La DOCG è, in sostanza, la massima qualificazione prevista e viene attribuita dopo aver sottoposto i vini ad un secondo esame durante l’imbottigliamento.

Vini DOC Cantine di Dolianova

Cantine di Dolianova vanta una vasta gamma di vini DOC, a conferma della qualità delle sue etichette.

Nella nostra Linea Top si fregiano della denominazione il Montesicci, Nasco di Cagliari DOC, Il Blasio, Cannonau di Sardegna DOC Riserva e il Passito, Moscato di Sardegna Doc.

La Linea Horeca, prodotta da uve selezionate, vanta vini come il Perlas, Nuragus di Cagliari DOC, il Prendas, Vermentino di Sardegna Doc, il Rosada, Cannonau di Sardegna Doc Rosato, l’Arenada, Monica di Sardegna Doc e l’Anzenas, Cannonau di Sardegna Doc.
Tutte le etichette della Linea Dolia si fregiano della denominazione Doc, dal Vermentino al Monica e al Cannonau,  tra i prodotti della Linea GDO il marchio Doc è riconosciuto anche al Naeli, Vermentino di Sardegna e al Moscato di Sardegna.

Ogni bottiglia esprime il gusto autentico delle nostre produzioni, l’eccellenza del nostro lavoro e l’impegno proteso a produrre vino di qualità superiore, provenienti dai migliori vitigni sardi.

Ecco perché ci piace dire che ogni bottiglia è un inno alla Sardegna.

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