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Dopo il nostro viaggio alla scoperta dei principiali vitigni rossi più diffusi in Italia, in questo articolo torniamo a casa, perché la Sardegna è una terra che parla attraverso il vino.

Qui ogni collina, ogni vento e ogni pietra di quest’isola racchiudono una storia che si riflette nel calice. Tra profumi intensi, note speziate e colori profondi, i vini rossi sardi sono l’espressione più autentica di un territorio antico, che ha saputo custodire la tradizione vitivinicola e trasformarla in eccellenza moderna.

Dai grandi classici come il Cannonau, il Carignano e il Monica, fino ai vitigni autoctoni meno conosciuti, i vini rossi della Sardegna raccontano la ricchezza e la varietà dell’isola, oggi riconosciuta tra le principali regioni d’Italia per la qualità della sua produzione enologica.

L’anima dei vini rossi sardi

Terra di contrasti, con montagne che incontrano il mare, venti salmastri che si fondono con la macchia mediterranea, estati calde e inverni miti.

Questi elementi creano condizioni uniche per la coltivazione della vite, dando vita a vini rossi di carattere, intensi e longevi.

La produzione vinicola dell’isola si distingue per la presenza di vitigni autoctoni, varietà che non si trovano altrove e che rappresentano un patrimonio genetico e culturale di grande valore. La maggior parte dei vini rossi sardi rientra in denominazioni di pregio come DOC, DOCG e IGT Isola dei Nuraghi, garanzie di qualità e autenticità.

Cannonau: il re dei vitigni sardi

Impossibile parlare dei vini rossi della Sardegna senza partire dal Cannonau, simbolo enologico dell’isola e tra i più antichi vitigni del Mediterraneo.

È un vino che riflette la forza e la longevità della terra sarda: ricco di polifenoli e antiossidanti, è spesso associato al fenomeno delle Blue Zones, le aree del mondo dove la popolazione vive più a lungo.

Dal punto di vista organolettico, il Cannonau regala profumi di frutta rossa matura, spezie dolci e note di mirto e macchia mediterranea. In bocca è caldo, avvolgente e persistente, con una struttura importante che lo rende perfetto per piatti saporiti e strutturati, come carni arrosto e formaggi stagionati.

Le migliori espressioni di questo vitigno si trovano nelle denominazioni Cannonau di Sardegna DOC e Cannonau di Sardegna Riserva DOC, tra cui spiccano etichette che hanno portato l’isola ai vertici dell’enologia italiana.

Carignano: la forza del sud

Originario del bacino del Mediterraneo, il Carignano del Sulcis DOC è uno dei vini più potenti e affascinanti della Sardegna meridionale.
Coltivato in prevalenza nelle zone sabbiose del Sulcis, dove le viti a piede franco resistono ai venti e alla salsedine, il Carignano è un rosso di grande eleganza e profondità.

Al naso sprigiona aromi di frutti di bosco, pepe nero e liquirizia, mentre al palato si distingue per equilibrio e morbidezza, con tannini dolci e un finale lungo e minerale.
È il vino ideale per accompagnare agnello alla sarda, selvaggina e piatti di terra dai sapori intensi.

Monica: la morbidezza della tradizione

Meno conosciuto fuori dall’isola, ma amatissimo dai sardi, il Monica di Sardegna DOC è uno dei vitigni più antichi e versatili del territorio.
Dalle uve Monica si ottengono vini rossi di medio corpo, dal profumo fruttato e floreale, con note di prugna, ciliegia e violetta.

È un vino che sorprende per la sua morbidezza e facilità di beva, perfetto per accompagnare primi piatti della tradizione, carni bianche e formaggi giovani.
Una varietà che racconta la quotidianità del vino in Sardegna: autentica, conviviale, sincera.

Vitigni autoctoni e nuove espressioni del territorio

Accanto ai grandi protagonisti, la Sardegna custodisce una serie di vitigni autoctoni minori, spesso coltivati in piccole aree ma di grande interesse enologico.
Tra questi:

  • Bovale, intenso e speziato, spesso vinificato in purezza o in blend con Cannonau.
  • Muristellu (Bovale Sardo), dalla personalità decisa e dal colore profondo.
  • Nieddera, tipico della zona di Oristano, che regala vini eleganti e fragranti.
  • Cagnulari, espressione della zona di Sassari, dal carattere robusto e aromatico.

Negli ultimi anni, grazie a nuove tecniche di vinificazione e all’impegno di cantine lungimiranti, questi vitigni stanno vivendo una rinascita, contribuendo alla creazione di vini sardi biologici e sostenibili, spesso premiati in Italia e all’estero.

Abbinamenti con i vini rossi delle Cantine di Dolianova

Ogni vino racconta una storia, e ogni abbinamento ne amplifica il sapore.
Tra i vini rossi delle Cantine di Dolianova, alcune etichette rappresentano perfettamente le diverse anime del territorio:

  • Ju” – Cannonau di Sardegna DOC Riserva: elegante e intenso, accompagna perfettamente piatti di carne alla brace e pecorino stagionato.
  • Terresicci” – Isola dei Nuraghi IGT Rosso: un blend moderno e armonico, ideale con paste al sugo di cinghiale e formaggi di media stagionatura.
  • Falconaro” – Monica di Sardegna DOC Riserva: morbido e vellutato, perfetto con carni bianche, zuppe di legumi e primi piatti della tradizione sarda.
  • Blasio” – Carignano del Sulcis DOC Riserva: potente e raffinato, si abbina a selvaggina, brasati e piatti speziati.

La Sardegna nel bicchiere

Scoprire i vini rossi sardi significa intraprendere un viaggio nella cultura, nella natura e nell’anima più autentica dell’isola.
Ogni vitigno racconta una parte di questa terra: il sole del sud, il vento di maestrale, la pietra granitica e la mano dell’uomo.

Le Cantine di Dolianova, da oltre settant’anni, custodiscono questo patrimonio con passione e innovazione, valorizzando i vitigni autoctoni e la qualità delle produzioni.
Dal Cannonau al Carignano, dal Monica ai blend più moderni, ogni vino è una promessa mantenuta: quella di offrire il gusto più vero della Sardegna, in ogni calice.

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