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La festa di Sant’Efisio, la più coinvolgente e sentita manifestazione religiosa della Sardegna, si tiene ogni anno dal 1° al 4 di maggio a Cagliari, richiamando migliaia di devoti da ogni parte dell’Isola e non solo.

Questa del 2024 sarà la 368esima edizione del lungo pellegrinaggio che vede solitamente coinvolti migliaia di fedeli, con duecento cavalieri, i Campidanesi, i Miliziani e la Guardiania. Un tripudio di colori, abiti tradizionali, emozioni e suoni che regala gioia e commozione a tutti i sardi.

Le Cantine di Dolianova esprimono con ogni bottiglia l’amore per la propria terra. In questo articolo vogliamo raccontare la più grande manifestazione religiosa, della cultura e dell’identità della Sardegna.

Programma festa di Sant’Efisio 2024

Le celebrazioni della festa di San’Efisio a Cagliari si terranno come sempre nella giornata del 1°maggio, con il rito dell’investitura dell’Alter Nos e la funzione religiosa. Poi, il cocchio con il Santo parte alle 12 dal centro di Cagliari fino a sfilare davanti al Municipio, successivamente prosegue fino a Sarroch dove trascorre la notte.

Il cammino riprende fino a Nora, dove nella chiesa di Sant’Efisio si terrà la Santa Messa. Al termine, il simulacro del santo tornerà a Cagliari, sempre nello stesso giorno cioè il 4 maggio, dove avverrà lo scioglimento del voto nella chiesa di Stampace da parte del Presidente dell’Arciconfraternita.

Scopriamo ora il significato della festa di Sant’Efisio e la storia del santo.

Un rito lungo 4 secoli

La processione in onore di Sant’Efisio è una promessa solenne fatta l’11 luglio del 1652 dalla città durante la pestilenza al suo protettore. Da allora, ogni anno viene ripetuto il rito con sentita devozione e una commovente processione di 65 chilometri, una delle più antiche e lunghe del mondo. Nemmeno i bombardamenti del 1943 fecero disonorare la promessa.

L’intercessione di Efisio fu invocata per far cessare l’epidemia di peste, che nel XVII secolo devastava la città. Grazie al suo intervento, le piogge placarono l’epidemia.

Chi era Sant’Efisio?

Efisio, nato in una città dell’Asia Minore nel III secolo d.C, era un ufficiale dell’esercito romano. Secondo la tradizione, si convertì in seguito alla visione di una croce splendente, che poi si impresse nel palmo della mano, e dopo aver sentito la voce di Cristo che lo rimproverava per la sua missione sanguinaria. Divenne difensore del cristianesimo, disobbedendo all’imperatore Diocleziano, il quale ne ordinò il martirio nel 303 d.C nella prigione di Nora. Prima di essere giustiziato, come estremo atto di fede promise di proteggere per sempre la città di Cagliari e i suoi cittadini.

Il pellegrinaggio di Sant’Efisio

La processione inizia il primo maggio alle 12 nelle viuzze del quartiere storico di Stampace per arrivare a Nora.

Su un tappeto di petali di rose colorati (rituale “de sa ramadura” davanti al Municipio di Cagliari) avanza il corteo che segue il cocchio dorato trainato dai buoi contenente il simulacro del santo. Migliaia di fedeli, gruppi in costume tradizionale, le traccas, ovvero i carri ornati da fiori e frutti, accompagnati dal suono delle launeddas, percorrono il tragitto dal carcere in cui venne imprigionato al luogo del martirio a Nora, dove si trova sulla spiaggia la chiesetta romanica intitolata al santo, per poi tornare alla Chiesa di Stampace.

I confratelli del Gonfalone sfilano in abito penitenziale, col saio azzurro, le consorelle in nero col velo in testa. L’Alter nos, rappresentante la municipalità, sfila a cavallo con il frac. Al passaggio davanti al Palazzo civico le campane suonano a festa e dal porto le navi rendono omaggio al santo con le sirene. È il momento più suggestivo. Da qui inizia il pellegrinaggio.

Durante il cammino di Sant’Efisio ci sono diverse tappe intermedie: le chiese di Giorgino e di su Loi (Capoterra), Villa d’Orri, Sarroch, Villa San Pietro e arrivo a Pula.

Il 4 maggio, il cocchio con il simulacro del santo torna verso Cagliari, dopo varie celebrazioni, ripercorrendo a ritroso le stesse tappe del viaggio d’andata e arriva in città in tarda serata. Ad aspettarlo solitamente numerosi fedeli che al termine si lasciano con l’augurio “a atrus annus!”.

Dietro ogni edizione della festa di Sant’Efisio c’è una lunga preparazione che dura tutto l’anno. C’è la cura ai preziosi abiti tradizionali, tramandati da generazione a generazione, i cavalieri si esercitano a sfilare in parata e i buoi vengono preparati alla fatica.

Un viaggio nella cultura di un popolo, una tradizione che da tanti anni accoglie turisti e raccoglie i fedeli in una partecipazione appassionata e suggestiva.

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