Tutti i passaggi che si celano dietro la preparazione di un buon vino sono ai più sconosciuti, eppure si tratta di pratiche antiche tramandate di generazione in generazione ed evolutesi con l’introduzione di nuovi macchinari e tecnologie all’avanguardia.
Tra questi processi di lavorazione c’è anche la microssigenazione del vino, importante per il miglioramento organolettico.
Scoprite di cosa si tratta!
Le origini della microssigenazione del vino
Negli anni ‘90, il viticoltore Patrick Ducournau diede vita alla microssigenazione, una tecnica enologica moderna. La sua ricerca mirava a risolvere il problema dei tannini troppo duri, soprattutto nei vini prodotti con l’uva Tannat, attraverso l’introduzione di ossigeno. Le sue prove hanno portato all’ideazione e creazione di macchinari specifici per questa fase e alla sua adozione in diverse zone di produzione vinicola.
Cos’è la microssigenazione del vino?
La microssigenazione del vino non è altro che una tecnica usata nella produzione del vino che consiste nell’aggiungere piccole e precise quantità di ossigeno durante la fase di maturazione.
Questo procedimento, non solo rende il vino più stabile, ma ne migliora le caratteristiche sensoriali, influenzando positivamente il profumo, il gusto e la struttura.
Come avviene la microssigenazione del vino?
La microssigenazione del vino si suddivide in due fasi:
- strutturazione;
-
armonizzazione.
Nella prima fase il vino acquisisce maggiore intensità di colore e una struttura tanninica più marcata; nella seconda fase, invece, il vino diventa più morbido e sviluppa una gamma di aromi complessa.
Questa procedura è importante sia durante la fermentazione che durante l’affinamento, soprattutto nella variante “sur lie” tradizionalmente impiegata per la produzione di vini bianchi fermentati in barrique.
Come funziona la microssigenazione del vino?
L’ossigeno viene utilizzato per far reagire i fenoli presenti nel vino, trasformando l’alcol in acetaldeide, una molecola che aiuta a stabilizzare il colore e la struttura del vino.
Come accennato in precedenza, la microssigenazione consiste nell’aggiunta graduale di piccole quantità di ossigeno, misurate in milligrammi per litro al mese, in contenitori di materiale neutro o legno.
Questo metodo si differenzia dalla macrossigenazione, che prevede l’aggiunta di una dose massiccia di ossigeno in un’unica soluzione, misurata in milligrammi per litro al giorno.
Non a caso, un’aggiunta intermittente di ossigeno può causare l’ossidazione indesiderata del vino.
La microssigenazione può essere utilizzata anche come rifinitura, circa venti giorni prima dell’imbottigliamento, per migliorare l’equilibrio del vino. In questo caso però, è fondamentale effettuare un’analisi sensoriale preliminare per evitare il rischio di ossidazione.
Il dosaggio
Per eseguire la microssigenazione è necessario essere dotati di specifiche apparecchiature che consentono di dosare l’ossigeno in modo continuo e controllato. Più nello specifico si tratta di sistemi complessi dotati di diffusori, regolatori di flusso e sistemi di monitoraggio.
Ma al di là di tutto, il componente principale è il dosatore, che rilascia l’ossigeno grazie a una candela microporosa, creando bollicine minuscole che si dissolvono velocemente nel vino.
Per esempio, nell’affinamento sur lie si somministrano piccole quantità di ossigeno, tra 0,2 e 1 mg/L al mese. In una barrique da 225 litri, si aggiungono da 20 a 30 mg/L di ossigeno all’anno.
In fin dei conti, è il produttore di vino a decidere quanta aria dare al vino in base a come e quando verrà bevuto. Un vino giovane avrà bisogno di meno aria di un vino che invecchierà a lungo.
Microssigenazione: un alleato prezioso per l’enologia moderna
La microssigenazione si è affermata come una tecnica enologica versatile e importante, capace di adattarsi alle diverse esigenze della produzione. Grazie alla sua applicazione, questa tecnica permette di ottenere risultati di qualità, rappresentando un esempio di come l’innovazione possa integrarsi con la tradizione enologica, contribuendo a elevare gli standard qualitativi del vino.
Per conoscere più da vicino queste tecniche e scoprire come innovazione e tradizione si coniugano, vi consigliamo una visita alle Cantine di Dolianova, un’esperienza esclusiva, che permette di conoscere le origini e il territorio della nostra cantina.