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La damigiana, si sa, è un contenitore per liquidi, utilizzato molto spesso per il vino o l’olio sfuso. Oggi il suo utilizzo è caduto in disuso, anche se talvolta possiamo trovarla nelle enoteche che vogliono dare un tocco di storicità al proprio ambiente, nelle produzioni artigianali o nell’ambito familiare.

Un dubbio frequente comune a molti appassionati del settore enologico è: quali sono gli accorgimenti da seguire per conservare un buon vino bianco o rosso in damigiana senza rischiare di comprometterne le proprietà? Ecco degli utili consigli a riguardo e su come tappare damigiane di vino, soprattutto se siete alle prime armi (e ai primi travasi e imbottigliamenti).

Il materiale necessario per l’imbottigliamento

Quando si conserva il vino nella damigiana è bene prestare attenzione a dei piccoli accorgimenti che possono fare una grande differenza sulle qualità del prodotto. Vi consigliamo di preparare il materiale per l’imbottigliamento con un po’ di anticipo:

  • l’apparecchiatura da travaso e la tappatrice devono essere lavate con acqua calda la sera prima dell’imbottigliamento;
  • i tappi devono essere sterili, di alta qualità e tutti dello stesso materiale. Il sughero è sempre una buona opzione (attenzione a non confonderlo col truciolato!), ma in commercio ce ne sono davvero di tanti tipi e adatti a tutti i contenitori (tappi a corona per le bottiglie, quelli per i barattoli ecc.);
  • le damigiane devono essere perfettamente lavate, pulite e asciutte prima di inserire il vino al loro interno. Per evitare di contaminare la damigiana e di conseguenza il vino, è consigliabile utilizzare specifici prodotti appositi per la pulizia delle damigiane. Di solito viene raccomandato l’uso di acqua calda per il risciacquo finale (cioè prima di far asciugare le damigiane a testa in giù su un panno assorbente). Viene inoltre suggerito, dopo il riempimento della damigiana, l’inserimento di una pastiglia di “anti-fioretta”, che consigliamo di usare solo dopo la consulenza di un esperto.

Cos’è la fioretta del vino?

La fioretta del vino è una malattia causata da batteri aerobi. Essa si manifesta con la formazione di uno velo biancastro o rosa sulla superficie del vino. Si sviluppa facilmente in vini esposti all’aria, quindi il nostro consiglio è quello di riempire le damigiane fino all’orlo (a tal proposito, un’ottima soluzione è quella di dotare i propri recipienti di tappi colmatori).

Lo strato di fioretta formato sulla superficie del vino diventa sempre più spesso fino a quando non si rompe e si posa sul fondo permettendo, se non si interviene, la creazione di un nuovo strato sulla superficie. La fioretta del vino risulta essere molto più frequente, nonché nettamente facilitata, da un basso grado alcolico: infatti è spesso presente nei vini tra i 9 e 10 gradi alcolici, più raramente in quelli che superano i 12 gradi. Si tratta di un’infezione più facile da contrarre in ambienti come le cantine, dove vi è una massiccia presenza di batteri in grado di causarla, in particolare sugli attrezzi per il vino o anche sui pavimenti e le superfici.

Dove riporre il vino?

Una volta effettuato il travaso, i contenitori vanno tenuti a una temperatura costante (tra i 15 e i 20 gradi), e al riparo dal sole. Il luogo ideale, ovviamente, sarebbe una cantina. Ma va bene anche un ripostiglio fresco e seminterrato. Cercate infine di evitare la conservazione nei pressi di spazi dove siano conservati gli aceti: è meglio evitare il più possibile un eventuale contatto con l’acetobacter (ovvero il genere di batteri che trasformano l’etanolo in acido acetico quando è presente anche l’ossigeno, dando inizio al fenomeno noto come “fermentazione acetica”).

Quando imbottigliarlo?

Secondo la tradizione, il periodo migliore per imbottigliare un vino giovane va dai primi giorni di marzo fino alla fine di aprile, in anticipo rispetto ai cambi di temperatura (che favoriscono la fermentazione in bottiglia).

Molti esperti pensano che anche la luna giochi un ruolo importante in tutto questo: consigliano infatti di prediligere una luna crescente per imbottigliare i vini frizzanti, e le giornate di luna calante per un vino a lungo invecchiamento. Per altri, invece, potrebbe essere ideale aspettare la luna piena affinché ogni vino possa essere imbottigliato in damigiana. Si tratta solamente di usanze senza nessuna base scientifica.

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