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È il biglietto da visita di una bottiglia e spesso ne decreta la vendita. L’etichetta del vino gioca un ruolo importante perché fornisce un’indicazione generale al consumatore su quello che sta comprando, permettendogli di valutare se corrisponde alle sue necessità o aspettative.

Ci sono delle regole sull’etichettatura da rispettare, un sistema di garanzie per il compratore, che variano a seconda che si tratti di vino senza classificazione di qualità (Vino da Tavola) oppure che si tratti di un vino IG (a Indicazione Geografica), DO (a Denominazione di Origine) o DOCG (a Denominazione di Origine Controllata e Garantita).

Parliamo di come etichettare il vino, regole e informazioni utili per il consumatore e gli appassionati.

Quali elementi deve contenere l’etichettatura del vino?

L’etichetta del vino è una garanzia di qualità del prodotto sotto la responsabilità del produttore/imbottigliatore.

Il Regolamento UE Nr. 607/2009 detta le norme generali sulle etichette dei vini e prevede alcune indicazioni obbligatorie e altre facoltative.

I 7 elementi obbligatori da indicare in etichetta sono:

  1. Indicazione dell’imbottigliatore (produttore o venditore, identificato almeno dal nome e dal comune di provenienza o dal suo codice ICQRF, formato dalla sigla della provincia e da un numero progressivo. Se l’imbottigliamento è effettuato in luogo diverso dalla sede sociale, va specificato anche il luogo reale di imbottigliamento (se non avviene in comune confinante con quello dove si trova la sede sociale).
  2. La tipologia di vino (vino da tavola, vino frizzante ecc.) o il nome della denominazione, indicata per esteso.
  3. L’indicazione di provenienza del vino: l’indicazione dello Stato di provenienza non può mai mancare e deve essere riportata in maniera chiara e ben visibile.
  4. Il titolo alcolico espresso come percentuale in volume.
  5. Il volume del contenitore preceduto dal simbolo di stima (e), ai sensi delle norme dell’Unione Europea e italiane.
  6. Il numero del lotto della partita che garantisce la tracciabilità del vino. Esso indica un insieme di unità di vendita prodotte o confezionate nelle stesse circostanze. L’importante è che l’indicazione del lotto sia univoca. Nel caso degli spumanti metodo classico, il lotto non indica la data di imbottigliamento, ma il momento della sboccatura, quando cioè viene materialmente effettuato il confezionamento per la distribuzione e la vendita.
  7. Indicazione di allergeni: la presenza di solfiti o anidride solforosa, derivati di uova o latte.

L’etichetta è composta da più marchi registrabili: marchio generale (nome del produttore), marchio speciale (nome del vino), marchio figurativo, marchio di posizione, marchio di colore (nel caso si usi una tonalità distintiva). Registrare i marchi è l’unico modo per tutelarsi dalle imitazioni.

Tutte queste indicazioni obbligatorie devono comparire nello stesso campo visivo, ovvero sull’etichetta frontale o sulla retroetichetta, in caratteri indelebili e distinguibili dal testo.

Le principali indicazioni facoltative riguardano:

  • Il brand dell’azienda (diversa dal nome dell’imbottigliatore), il suo logo.
  • Il nome attribuito al prodotto ed altri elementi grafici relativi a certificazioni non obbligatorie.
  • Appartenenza a consorzi o associazione.

Discorso a parte merita la tutela delle DOP e IG.

Come etichettare il vino IG e DOC

Per i vini a Indicazione Geografica o IGT e quando esiste una Denominazione di Origine del vino, le indicazioni obbligatorie da inserire nell’etichetta sono:

  • La denominazione del prodotto.
  • Il nome della dicitura per esteso, ossia Indicazione Geografica Protetta (o Tipica) o Denominazione di Origine Protetta (o Controllata) o Denominazione di Origine Controllata e Garantita. Non è possibile usare le rispettive sigle (DOP, DCOG etc.), sono ammesse solo le forme estese.
  • La menzione aggiuntiva tradizionale o speciale (classico, superiore, riserva) o eventuale menzione del vitigno (se non è parte della DO). Tali indicazioni non devono essere scritte in caratteri più grandi di quelli usati per la denominazione.
  • La zona geografica da cui proviene il vino nel caso di un IGT.
  • L’annata, se prevista dal disciplinare.
  • Il numero del lotto da cui proviene la partita del vino imbottigliato.
  • La gradazione alcolica.
  • Il volume del recipiente.

I vini a denominazione di origine controllata e i vini liquorosi e aromatizzati sono dotati di una fascetta numerata contenente:

  • L’emblema dello Stato.
  • La dicitura «ministero delle politiche agricole alimentari e forestali».
  • La sigla «DOCG» o «DOC».
  • Il numero progressivo e la serie alfanumerica.
  • Il volume del recipiente espresso in litri.

Le Cantine di Dolianova vantano numerosi vini a marchio DOC e IGT, come il Cannonau di Sardegna Doc Riserva, il Falconaro e Terresicci Rossi Isola dei Nuraghi IGT e il Montesicci – Nasco di Cagliari DOC.

Cosa è vietato

Abbiamo visto come etichettare il vino rispettando le norme previste, ma è importante sapere anche cosa un’etichetta non deve fare e cioè:

  1. Non deve indurre in errore l’acquirente, per quanto riguarda le caratteristiche del prodotto (identità, qualità, composizione, quantità, conservazione, origine o provenienza…).
  2. Non deve attribuire al prodotto proprietà curative.

Le etichette per il vino frizzante

Per gli spumanti, i vini frizzanti e liquorosi non è obbligatorio indicare in etichetta l’annata di produzione delle uve, restano valide le altre indicazioni citate prima.

Concludiamo dicendo che tutte le indicazioni, obbligatorie e facoltative, sono un utile strumento per ordinare le idee in vista di una degustazione e dell’abbinamento a tavola, fornendo informazioni che dovranno trovare poi riscontro all’atto pratico.

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