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Avrete sicuramente sentito parlare del vino nuovo, ma sapete esattamente cosa è, quando si assaggia e che differenza c’è fra questo vino ed il suo parente stretto, il vino novello?

Se non sapete rispondere a queste domande siete nel posto giusto; buona lettura!

Che cos’è il vino nuovo?

Il vino nuovo è detto anche vino fresco ed è caratterizzato per essere prodotto con uve raccolte dall’ultima vendemmia: si intende dunque, in parole povere, il vino prodotto più di recente; il vino letteralmente nuovo. Per la produzione del vino vengono utilizzati i metodi tradizionali, caratteristica che lo contraddistingue dal vino novello.

Il vino nuovo, inoltre, può essere fatto invecchiare. Solitamente, tuttavia, non viene affinato e non viene sottoposto ad invecchiamento: si tratta dunque di un vino tipicamente giovane.

Per quanto riguarda le caratteristiche organolettiche, il vino nuovo è poco tannico, particolarmente aromatico, profumato e facile da bere.

Si tratta di un vino prodotto fin dai tempi più antichi: veniva infatti commercializzato già nel Medioevo. Si trattava di un’ottima soluzione al problema di stoccaggio delle bottiglie.

Nel prossimo paragrafo, scopriremo quando si assaggia il vino nuovo, parleremo poi delle differenze fra questo vino ed il vino novello, con il quale viene spesso scambiato. In alcuni contesti, i due termini vengono addirittura utilizzati come sinonimi.

Quando si assaggia il vino nuovo?

Ora che abbiamo visto quali sono le caratteristiche del vino nuovo, rispondiamo alla domanda iniziale: quando si assaggia il vino nuovo?

La risposta è semplice: a differenza del vino novello, per il vino nuovo non esiste una giornata o un momento tipico per il primo assaggio, ma viene tipicamente assaggiato subito dopo la sua produzione, quando è ancora giovane e grezzo.

Diverso è invece il caso del vino novello, il cui tipico giorno per l’assaggio è ben specifico e corrisponde con il giorno di San Martino, l’11 di novembre.

A tale giornata, in cui si organizzano sagre e feste per degustare il vino novello ed assaporare ottime castagne e carni alla brace, sono associati diversi detti, come ad esempio:

  • “Oca, castagne e vino, tieni tutto per San Martino”;
  • “A San Martino casca le foie e se spina el buon vin”;
  • A San Martino ogni mosto diventa vino”;
  • “A San Martino, castagne e vino”.

e via dicendo…

Differenze con il vino novello: mai scambiare il vino nuovo per vino novello

Come abbiamo accennato, con vino nuovo si intende spesso, erroneamente, vino novello. Tuttavia, fra i due vini vi sono diverse differenze di cui è utile essere a conoscenza.

Per prima cosa, se il vino nuovo è prodotto tramite metodi tradizionali, il vino novello è prodotto, per almeno il 40% da uve vinificate con la tecnica della macerazione carbonica. Questa tecnica fu scoperta in Francia intorno agli anni Trenta del secolo scorso ed è tipica del Beaujolais nouveau, di cui il vino novello è sostanzialmente un’imitazione (seppur fra i due vi siano delle differenze legate principalmente al tipo di uve utilizzabili per la produzione ed alla percentuale di uve che devono essere vinificate con la tecnica della macerazione carbonica).

Ecco allora un’altra differenza fra il vino nuovo ed il vino novello: se il primo è sempre esistito, il secondo, come abbiamo appena visto, è piuttosto recente.

Per quanto riguarda le caratteristiche organolettiche del vino novello, non sono molto differenti da quelle del vino nuovo: anche in questo caso parliamo infatti di un vino poco tannico, fruttato, giovane e fresco. Queste similitudini si rispecchiano poi negli abbinamenti con il cibo: identici per vino novello e vino nuovo. Parliamo di cibi tipicamente autunnali come le castagne, i carciofi o la frutta secca, nonché piatti leggeri quali taglieri di salumi (non eccessivamente grassi) o antipasti a base di verdure.

Per concludere, un’altra differenza essenziale fra vino nuovo e vino novello si riscontra nel disciplinare di quest’ultimo. Un vino novello può essere commercializzato solo dal 30 ottobre al 31 dicembre e deve necessariamente avere una denominazione DOP o IGP. Per il vino nuovo non esiste invece un tale disciplinare. Ancora, il vino novello deve avere una gradazione alcolica pari ad almeno l’11%.

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