Si può portare il vino nello spazio?
Portare il vino oltre l’atmosfera terrestre è stato possibile per scopi scientifici, non per degustazioni celesti. Infatti, a bordo della Stazione Spaziale Internazionale (ISS) non è consentito il consumo di alcol e il trasporto di vetro, per motivi legati alla salute, alla sicurezza e alle regole di comportamento degli astronauti. Tuttavia, sono stati condotti diversi esperimenti per comprendere come le condizioni dello spazio influenzino la maturazione del vino e la biologia della vite.
Scopriamo perché e come è stato portato il vino nello spazio.
La spedizione della startup europea
Nel 2019, la start-up lussemburghese Space Cargo Unlimited ha inviato il vino nello spazio, alla Stazione Spaziale Internazionale della Nasa. Precisamente 12 bottiglie di vino rosso Bordeaux e tralci di vite delle varietà Cabernet Sauvignon e Merlot. Il motivo? Capire come il vino evolve in microgravità, confrontarlo con lo stesso vino rimasto a terra e studiare potenziali soluzioni per l’adattamento delle colture ai cambiamenti climatici sulla Terra.
Le bottiglie di vino, imballate all’interno di una speciale bombola di acciaio, sono rimaste in orbita per 14 mesi, a 400 chilometri di altezza, atterrando al largo della Florida, nel Golfo del Messico, nel gennaio 2021.
Un particolare dispositivo pressurizzato ha stappato la bottiglia, la quale è stata degustata da una giuria. Il vino spaziale è risultato un po’ più invecchiato, con tannini più morbidi ma non rovinato. Le piante di vite sono cresciute più in fretta rispetto a quelle sulla Terra. Gli studi proseguono e la bottiglia è stata messa in vendita all’asta (prezzo stimato 1 milione di dollari).
Il vino nello spazio non è solo un esperimento scientifico, ma anche un’anticipazione di scenari futuri. Si potrebbe arrivare a sviluppare viti più robuste e a coltivare o produrre vino nello spazio.
Vino nello spazio in capsule
Durante il Simposio “A tavola nello Spazio: produzione e conservazione di cibo”, tenutosi nel 2024 presso la sede dell’Agenzia Spaziale Italiana a Roma, è stato presentato un progetto innovativo nel mondo del vino: pillole alimentari contenenti vino. L’idea, come ha spiegato la dottoressa Elena Luciani dell’Università Campus Bio Medico di Roma, permetterà di trasportare e consumare il vino nello spazio sotto forma di capsule edibili con lo scopo di fornire agli astronauti cibi piacevoli e culturalmente familiari. Questo contenitore offre diversi vantaggi come:
- Facilità di stoccaggio e trasporto.
- Controllo delle porzioni.
- Sperimentare sensazioni tattili e gustative nuove.
Questa ricerca apre la strada a nuovi modi di degustare e conservare cibi e bevande. Insomma, gustare del buon vino tra le stelle non sarà più un sogno lontano.
Una frontiera da esplorare
Il vino nello spazio non è il primo episodio di alcol in orbita. Nel 2011 erano stati inviati dei campioni di Whiskey e dopo 3 anni erano stati confrontati con lo stesso Whiskey rimasto a Terra. I risultati erano stati notevoli a livello qualitativo.
Essendo la vite una delle colture più sensibili al clima, gli scienziati sperano che esponendola a radiazioni e stress microgravitazionali possano individuare mutazioni genetiche utili per lo sviluppo di varietà più resistenti.
Chissà se un giorno stapperemo una bottiglia di vino coltivata su Marte. Per ora brindiamo al futuro con un buon calice delle Cantine di Dolianova!