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Sarà capitato a tutti di leggere su una bottiglia di spumante o di prosecco la dicitura “Brut”. Ma cosa significa?

Per prima cosa, è bene sapere che esistono sette differenti tipologie di spumante, che vengono suddivise per una peculiarità specifica: la presenza di zucchero al loro interno.

La classificazione permette di individuare il quantitativo di zucchero e quindi di conoscere in anticipo la tipologia di spumante che si andrà a bere: se più dolce o più secco.

Ma vediamo ora insieme le caratteristiche dello spumante e, in particolare, della tipologia “Brut”.

Lo spumante: caratteristiche e fermentazioni

Lo spumante è un tipo di vino che subisce due fermentazioni: la prima di tipo alcolico e la seconda che lo trasforma da vino a spumante, conferendogli le caratteristiche bollicine e aumentandone il grado alcolico.

In generale, tutte le tipologie di vino derivano dalla fermentazione dell’uva e lo zucchero che si trova all’interno del frutto, viene trasformato in alcol e in anidride carbonica attraverso le sue bucce.

Quando si raggiunge un determinato livello alcolico, la fermentazione termina. In questo caso si ottiene un vino fermo.

Da qui però, si possono ottenere anche altri tipi di vino, come lo spumante. Proseguendo la lavorazione con la presa di spuma, e quindi con la seconda fermentazione, si aggiungono dei lieviti e lo zucchero in una quantità variabile che in media oscilla attorno ai 24 grammi per litro.

In questo caso, la lavorazione permette di ottenere lo spumante, che può essere realizzato con il Metodo classico in bottiglia chiusa, come avviene per il nostro Cáralis Spumante Brut nature metodo classico.  In alternativa, lo spumante viene lasciato in una botte di acciaio a pressione, permettendo di ottenere così lo Charmat.

Le fermentazioni, che sono comunque sempre al chiuso, permettono all’anidride carbonica di non liberarsi nell’aria ma di essere lasciata all’interno del contenitore da cui nascono appunto le bollicine tipiche dello spumante.

Una piccola parte dello zucchero introdotto nel vino non viene trasformato in alcol e può conferire un sapore più o meno diverso. Si passa da vini spumanti dolci che possono essere anche superiori ai 50 grammi di zucchero per litro a spumanti a dosaggio zero (molto difficili da reperire) che non contengono assolutamente zucchero.

La scala divide infatti il dosaggio zero, che prevede un tenore bassissimo di zucchero – solitamente inferiore ai 3 grammi per litro – e si ottiene soltanto quando non c’è stata l’aggiunta di zucchero nella fermentazione secondaria del vino.  A seguire troviamo l’Extra Brut, che contiene in media tra 0 e 6 grammi di zucchero per litro.

Poi troviamo la formula brut che è una delle più diffuse e contiene tra 6 e 12 g di zucchero per litro, come per il nostro Cáralis Spumante Brut Chardonnay. A seguire vi è l’Extra Dry, che contiene 17 grammi di zucchero per litro, il Sec, che contiene tra i 17 e i 32 grammi di zucchero per litro, e il Demi Sec, che contiene tra i 32 e i 50 grammi di zucchero per litro.

Infine, lo spumante dolce, completamente addolcito, che contiene dai 50 grammi in su di zucchero per litro.

Lo spumante Brut

Molto spesso, si sente parlare erroneamente di Brut per indicare in generale lo spumante. In realtà, si tratta solo di uno dei tanti tipi di spumante che sono disponibili in Italia e nel mondo.

In passato lo spumante e lo champagne erano molto dolci rispetto a quelli che conosciamo oggi. Basti pensare che in Russia erano apprezzate bevande di questo tipo, che contenevano fino a 330 grammi di zucchero per litro.

Questa metodica era ampiamente diffusa perché da un lato accontentava il palato degli amanti del dolce e dall’altra permetteva ai viticoltori di coprire tutti gli errori e le problematiche delle uve di scarsa qualità. Negli anni, però, i gusti sono cambiati e si sono raffinati e quindi si è diffusa la moda di vini più asciutti e con un tasso di zucchero inferiore.

Il Brut nasce ufficialmente nel 1846, quando venne immesso sul mercato il primo spumante senza alcuna aggiunta di zucchero. Per la prima volta veniva prodotto uno spumante di questo tipo grazie alla casa Perrier Jouet, ad oggi tra i principali produttori al mondo. Quella che sembrava inizialmente essere una novità poco apprezzata, divenne un tratto molto importante per questa tipologia di vino e lo standard italiano.

Ovviamente, il gusto finale dello spumante non sarà dato solo dal quantitativo di zucchero che è presente all’interno ma anche da una serie di caratteristiche esterne, come il vitigno utilizzato, l’annata del vino, la provenienza dell’uva e i mesi di affinamento in bottiglia.

Tutti questi fattori vanno a determinare delle caratteristiche gustative molto differenti tra loro. Se lo zucchero non viene aggiunto all’interno della fermentazione dello spumante, si parlerà di uno spumante non dosato. Solitamente questo avviene non solo per le tipologie pregiate ma anche nei casi in cui non si vuole ammorbidire il gusto acido del vino.

Tuttavia il dosaggio Brut, soprattutto in Italia, rappresenta uno dei prodotti più venduti, poiché questo specifico quantitativo di zucchero rappresenta il livello ottimale e più apprezzato: si bilancia molto bene lo zucchero e l’acidità del vino e non risulta essere né troppo aggressivo né troppo morbido, e per questo si abbina bene a qualunque tipo di pietanza sia dolce che salata.

Le denominazioni del Brut

Anche se le denominazioni sono generiche, quindi valide per tutti, ci sono tuttavia delle pratiche più utilizzate a seconda del paese.

In Italia ad esempio la denominazione che si usa maggiormente per distinguere il prosecco è la sigla Brut, Extra Dry e Dry. Abitualmente queste tre tipologie afferiscono a quello che viene comunemente chiamato prosecco e quindi da abbinare ad un antipasto o ad un brindisi ad inizio pasto.

In Francia invece, per quanto riguarda lo champagne, si tende ad utilizzare Brut Zero, Extra Brut, Brut e Demi Sec. Quando si parla di Franciacorta, invece, non si utilizzano tanto le caratteristiche del prosecco italiano ma si utilizzano maggiormente le sigle che vengono impiegate in Francia per lo champagne.

In sintesi il prosecco Brut, pur essendo questo uno dei prodotti più venduti e apprezzati nel nostro paese con un ottimo quantitativo anche di esportazioni, non rappresenta una superiorità qualitativa del prodotto ma semplicemente una specificità che si è dimostrata negli anni essere particolarmente apprezzata.

Per questo è bene comprendere quali siano le differenze e soprattutto quale sia la gradazione alcolica e il quantitativo di zucchero ideale per il pasto che si intende consumare, sia che si tratti di un pranzo, una cena, un aperitivo oppure un dessert.

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