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Il metanolo è un alcol molto volatile, incolore allo stato liquido e utilizzato principalmente come solvente, come combustibile per motori, per la produzione di formaldeide o come reagente nei processi chimici industriali. L’utilizzo dell’alcol metilico nel vino è illegale, in quanto si tratta di una sostanza altamente tossica che può portare anche alla morte.

L’associazione vino e metanolo ha origini storiche ben precise, in quanto nel 1986 vi fu un enorme scandalo in Italia dato che molte persone rimasero intossicate dal metanolo presente, illegalmente, in alcuni vini.

Ma come riconoscere il metanolo nel vino ed assicurarsi che, degustando un ottimo bicchiere di vino, non si stia in realtà ingerendo una sostanza altamente tossica? Prima di rispondere a questa domanda, scopriamo qualche dettaglio in più sul metanolo, sul perché qualche produttore sconsiderato potrebbe aggiungerlo al suo vino, sul terribile scandalo italiano del 1986 e su quali sono i sintomi da intossicazione.

Differenza fra metanolo ed etanolo

Parliamo innanzitutto della differenza fra il metanolo e l’etanolo. Il metanolo (o alcol metilico), la cui formula chimica è CH3OH, è un alcol che si ottiene tramite la distillazione secca del legno. Per questo motivo è anche chiamato spirito di legno. Si tratta, come abbiamo detto, di una sostanza altamente tossica per l’organismo umano (anche in piccole quantità) in quanto aggredisce il sistema nervoso. Per questo motivo, i suoi numerosi usi non riguardano l’ambito alimentare, se non per truffe o stratagemmi illegali.

L’etanolo (o alcol etilico) è invece l’alcol comune, la cui formula chimica è C2H5OH. Questo tipo di alcol si ottiene principalmente dalla fermentazione degli zuccheri, come ad esempio degli zuccheri contenuti negli acini d’uva. L’alcol etilico è un liquido incolore, volatile ed estremamente infiammabile, utilizzato principalmente per produrre bevande alcoliche, profumi o medicamenti. Può essere utilizzato anche come solvente.

Perché aggiungere il metanolo al vino?

Il metanolo è, come abbiamo detto, una sostanza altamente tossica: perché allora qualcuno dovrebbe mai pensare di aggiungerlo al vino? La risposta è semplice: aggiungere il metanolo al vino ne aumenta la gradazione alcolica e ne incrementa la produttività.

È vero che, in piccole quantità irrilevanti, il metanolo è naturalmente presente nel vino, in quanto viene in parte prodotto dalla fermentazione alcolica. Tuttavia, vi è un’enorme differenza fra la quantità minima naturalmente presente o l’aggiunta consapevole, altamente tossica o, addirittura, mortale.

Il metanolo nel vino ci riporta allo scandalo italiano degli anni ’80, quando tale aggiunta fu quasi agevolata dallo Stato italiano, grazie all’abbattimento dei costi della sostanza dovuto ad un intervento di defiscalizzazione. Lo scandalo, di cui parleremo nel prossimo paragrafo, portò ad un’enorme quantità di vittime.

Lo scandalo del 1986

Lo scandalo del vino al metanolo del 1986 è probabilmente la truffa alimentare più grande della storia italiana. Ben 23 persone morirono in seguito all’assunzione di tale vino; molte decine furono intossicate, con gravissimi danni alla salute. In particolare, il vino al metanolo proveniva dalle cantine di una ditta in provincia di Cuneo, i cui titolari avevano aggiunto ai vini enormi dosi di metanolo per aumentarne la gradazione alcolica. Dopo i primi decessi, i titolari furono arrestati per omicidio colposo plurimo e lesioni colpose.

Indagini successive, coordinate dalla Procura di Milano, portarono poi alla scoperta che le aziende italiane coinvolte erano circa sessanta. Le ripercussioni sul mercato del vino italiano furono enormi, tanto che la Germania arrivò a bloccare per settimane la fornitura del vino italiano nel Paese.

I sintomi da intossicazione

Assumere vino al metanolo causa un vero e proprio avvelenamento. I primi sintomi possono insorgere entro 2 ore dall’assunzione, con nausea, vomito, vertigini, dolori addominali, confusione mentale, cefalea.

I sintomi più gravi insorgono dopo circa 15 ore dall’assunzione e possono consistere in segni di edema retinico (fino alla cecità), coma, convulsioni, acidosi metabolica, erezioni compulsive e, in alcuni casi, anche la morte.

Terapia

Nel caso di intossicazione per assunzione di vino al metanolo, è di estrema importanza rimuovere l’alcol metilico dal sangue, tramite emodialisi. Due antidoti possono inibirne il metabolismo: il fomepizolo e l’etanolo.

Nel caso si decida di procedere con un’infusione endovenosa di etanolo, questa deve essere svolta gradualmente, in modo da tenere sotto controllo la sua concentrazione nel sangue e ovviare a possibili effetti collaterali sul sistema cardiovascolare, nervoso o urinario.

Le infusioni di bicarbonato di sodio o altre soluzioni alcalinizzanti sono poi utili per correggere l’acidosi metabolica. Qualora invece vi fossero manifestazioni neurologiche, si può fare ricorso al diazepam ed alla fenitoina.

Come riconoscere il metanolo nel vino?

Dopo aver chiarito ripetutamente la dannosità di tale sostanza, passiamo finalmente al dunque: come riconoscere il metanolo nel vino?

Come abbiamo detto, il metanolo è incolore e, come se ciò non bastasse, il sapore e l’odore non sono facilmente riconoscibili. L’elevata tossicità, tuttavia, rende necessario riconoscerlo ed eliminarlo.

Attualmente, la tecnica di laboratorio più comune consiste nella cromatografia liquida, tecnica che consente di separare e misurare le diverse sostanze chimiche presenti all’interno di una miscela.

Recentemente, tuttavia, pare che sia stato creato un nuovo dispositivo portatile capace di misurare i livelli di metanolo nelle bevande alcoliche, compreso il vino. Vediamo meglio di cosa si tratta.

Un nuovo dispositivo per riconoscere il metanolo nel vino

Il dispositivo è stato creato in Svizzera da un team di ricerca del Particle Technology Laboratory di Zurigo. Si tratta di un dispositivo portatile capace di misurare i livelli di metanolo nel vino ed in generale nelle bevande alcoliche. Il dispositivo è abbastanza economico e può essere associato ad un’applicazione per smartphone.

Il dispositivo, se  posizionato su un contenitore aperto, è in grado di assorbire, tramite sensore, un campione di vapore o gas dalla bevanda alcolica in questione. Il sensore di rilevamento dell’alcol utilizza delle nanoparticelle di ossido di stagno drogate con palladio. Alcol metilico ed alcol etilico sono separati in un tubo attaccato, riempito con polimero poroso, tramite il quale l’aria del campione è aspirata da una pompa. Dato che le molecole di metanolo sono più piccole, questo passa attraverso il tubo più velocemente rispetto all’etanolo.

Successivamente, dopo aver analizzato il campione, il dispositivo avvisa, tramite l’applicazione per smartphone, se vi sia metanolo presente nella sostanza e, in caso affermativo, se i livelli di metanolo presenti siano potenzialmente dannosi per la salute.

Questa nuova tecnologia renderebbe anche i privati capaci di rilevare la presenza di metanolo nel vino, per un dispendio di tempo e denaro di gran lunga ridotto rispetto alla tradizionale tecnica da laboratorio della cromatografia liquida.

Il dispositivo è alimentato da una batteria ed ha un peso di soli 94 grammi. I risultati, inviati allo smartphone tramite rete Wifi o connessione Bluetooth, vengono visualizzati immediatamente. L’applicazione inoltre è compatibile anche per i dispositivi più vecchi, sia iOS che Android.

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