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La storia del Cannonau di Sardegna

Il Cannonau è il vitigno più diffuso in Sardegna, da cui prende nome il vino Cannonau, una vera eccellenza enologica sarda apprezzata in tutto il mondo.

Le origini e la provenienza del vitigno Cannonau sembrano essere incerte: fino a poco tempo fa si ipotizzava una sua presunta origine iberica, in particolare si pensava che fosse stato importato in Sardegna soltanto nel XV secolo, ma alcune secondo recenti scoperte il Cannonau oggi sarebbe un vitigno autoctono e il vino omonimo il più antico del bacino del Mediterraneo.

Ripercorriamone ora la storia del Cannonau, dalle prime tracce del vitigno, agli studi più recenti che lo hanno riconosciuto come autoctono.

Storia del Cannonau: ipotesi e scoperte

La teoria storica ufficiale sulle origini del Cannonau e la sua provenienza dalla penisola Iberica fa risalire la coltivazione della vite all’Area del Caucaso e della Mesopotamia.

Da qui, dopo esser stata trasferita nella regione dell’Anatolia e poi in Egitto e nelle Isole Egee, giunse in tutte le zone d’Europa per arrivare nel Mediterraneo e poi in Sardegna per opera dei Fenici, i primi colonizzatori e propulsori della coltura vinicola nel Mediterraneo.

Le origini del vitigno per lungo tempo furono attribuite alla dominazione spagnola del XV e XVI secolo.

Si pensava, infatti, che il Cannonau fosse una mutazione del Grenache, giunto nell’isola con gli Aragonesi. Fu chiamato invece Alicante dagli iberici, che avrebbero contribuito alla diffusione del vitigno in Spagna: in particolar modo a Siviglia, dove avrebbe preso il nome di Canonazo e in Aragona con l’appellativo di Garnacha.

Recenti ritrovamenti archeologici di antichi vinaccioli di Cannonau in vari siti della Sardegna hanno permesso di mettere in discussione queste teorie, riscrivendo la storia dell’origine della vite nel Mediterraneo.

Cannonau: origini del nome

Le origini del nome “Cannonau” sembrano essere recenti e subiscono una transizione da varianti come Cannonadu o Canonao per arrivate alla sua versione definitiva: la prima volta che il nome Cannonau fece la sua comparsa su un documento ufficiale, con riferimento a un vitigno fu in un atto del 21 ottobre 1549 del notaio Bernardino Coni, con sede a Cagliari.

L’ipotesi della discendenza spagnola del vitigno fu rovesciata in particolare nel 2002, quando nei pressi del Nuraghe Arrubiu di Orroli, vennero recuperati alcuni vinaccioli fossilizzati appartenenti ad un vitigno coltivato ancora nell’Isola.

I semi di vite ritrovati nel sito archeologico “Duos Nuraghes” risalirebbero al 1200 a.C. , pertanto a più di 3000 anni fa e dunque molto prima che gli spagnoli, intorno al 1500, importassero sull’isola la prima uva da coltivare, la Garnacha.

Per quanto fossero carbonizzati, i vinaccioli mantenevano ancora un buono stato di conservazione, pertanto fu possibile sottoporli ad analisi in laboratori enologici che ne confermarono la provenienza da un’uva che sembrava essere proprio il Cannonau.

Queste scoperte, che confermarono come le popolazioni nuragiche praticassero la coltivazione della vite e producessero vino, permisero di dimostrare l’endemicità del vitigno, finora attribuito alla dominazione spagnola: il Cannonau sardo sarebbe un vitigno autoctono, una varietà diversa da quella iberica ma originaria della Sardegna, da cui sarebbe stato esportato in Spagna.

Cannonau: le tracce del vitigno in Sardegna

I recenti studi e i ritrovamenti di vinaccioli risalenti a circa 3.200 anni in diverse zone della Sardegna, oltre a Borore anche nella Valle del Tirso a Nord di Cagliari e a Villanovafranca, confermano che il Cannonau sia il vino più antico del bacino del Mediterraneo.

In particolare nella provincia di Oristano, nei pressi del sito nuragico di “Sa Osa” nel territorio di Cabras, sono stati rinvenuti reperti archeologici risalenti all’età del bronzo: pozzi scavati nella roccia dagli abitanti preistorici, di altezza compresa tra i 4,5 e i 6 metri, che venivano utilizzati per la conservazione del cibo grazie al notevole isolamento termico al loro interno.

E’ così che fu possibile ritrovare quasi integri diversi materiali organici, sia vegetali che animali, tra questi vinaccioli, noci, nocciole e semi di fico che sono stati studiati geneticamente.

Fu proprio grazie ai ritrovamenti di “Sa Osa” e della perfetta conservazione dei vinaccioli ritrovati, che fu possibile risalire ai vitigni. Anche gli scavi condotti presso il nuraghe di Villanovaforru sembrano far risalire la morfologia dei vinaccioli ritrovati a una vite dai caratteri promiscui tra una tipologia selvatica e molto probabilmente il Cannonau.

Le recenti scoperte archeologiche permettono, dunque, di affermare con certezza che all’arrivo dei Fenici la coltivazione della Vitis Vinifera era già conosciuta in Sardegna.

In realtà tracce del vino Cannonau in Sardegna furono trovate anche intorno al XVII secolo. In particolare nel 1612 un visitatore del sovrano Martin Carrillo ed un francescano chiamato Giorgio Aleo (nel 1677) fecero riferimento ai prodotti pregiati prodotti in tutta l’Isola, riferendosi ad essi con la parola “vini Cañonates”.

Anche nei secoli successivi si possono ritrovare descrizioni dettagliate di questo vitigno: nel XVIII secolo, in particolare, il Manca dell’Arca citò il Cannonau e così fece nel XIX secolo anche il Moris, che definì il Cannonau con le parole “Vitis prestans”.

Testimonianze della presenza e diffusione del vitigno Cannonau in Sardegna fin dalle epoche più antiche si ebbe anche intorno alla metà dell’800, quando il sacerdote Vittorio Angius, fece un’analisi dettagliata della viticoltura del suo tempo e dei vitigni coltivati nelle varie zone: il Cannonau emerse come vitigno più diffuso nell’Isola.

Anche in letteratura il Cannonau godette di un’ampia fama: citato dal Gemelli, che lo indica con l’appellativo “Canonao” e lo inserisce tra i vini abboccati, viene celebrato anche dalle odi di D’Annunzio e da La Marmora.

Il Cannonau Cantine di Dolianova

Oggi il Cannonau è diffusissimo in tutta l’Isola, a tal punto da essere considerato il “vino sardo” per eccellenza e rappresentare la Sardegna con una DOC apprezzata dagli intenditori.

I vini Cannonau prodotti dalle Cantine di Dolianova si distinguono per la qualità elevata, che gli ha permesso di guadagnare importanti riconoscimenti internazionali.

Il nome di Dolianova, in Sardegna, è da sempre legato alla produzione di vini di qualità. In quest’area le prime testimonianze della cultura vinicola sono addirittura millenarie, come testimoniano i reperti nuragici ritrovati nella zona.

Il Cannonau Cantine di Dolianova, come tutti gli altri nostri vini, è prodotto con la forza e la consapevolezza di chi può vantare 70 anni di storia e con la saggezza di un territorio che ha 3.000 anni di tradizione vitivinicola alle spalle.

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