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La temperatura di servizio è una delle condizioni fondamentali per apprezzare le caratteristiche organolettiche di un vino esaltandone aromi e gusto.

Spesso è sufficiente sbagliare di pochi gradi per compromettere l’esperienza gustativa e alterare il bouquet aromatico di vini di qualità, soprattutto quando si commettono errori anche nella conservazione delle bottiglie.

Non tutti i vini richiedono la stessa temperatura di servizio per essere valorizzati e degustati al meglio.
In generale più è leggero e giovane il vino da degustare, più freddo dovrà essere servito, mentre i vini più maturi e di buona struttura richiederanno temperature più elevate per essere apprezzati.

La temperatura è, infatti, in grado di mettere in risalto le note peculiari che contraddistinguono un vino, esaltandone ad esempio l’acidità o sapidità nel caso dei vini serviti freddi o rimarcandone la morbidezza ed il residuo zuccherino dei vini che si degustano più caldi.

Nel primo caso, tipico dei vini bianchi, le temperature più basse consentono di valorizzare anche l’alcolicità, mentre nel secondo caso, che riguarda più propriamente i vini rossi, le temperature più elevate consentono di mitigare il senso di astringenza derivante dai tannini.

In particolare nei vini rossi più corposi ed invecchiati le temperature elevate consentono di esaltarne la complessità, al contrario di quanto accade con i vini a bacca bianca, che sono serviti freddi proprio per valorizzare gli aromi varietali che li contraddistinguono.

Analizziamo ora nel dettaglio la temperatura ideale per servire un vino rosso e gli errori da non commettere per non compromettere l’esperienza di degustazione.

A che temperatura si serve il vino rosso: le regole fondamentali e gli errori da evitare

La caratteristica principale dei vini rossi è la tannicità ovvero la presenza dei tannini, sostanze che conferiscono la tipica sensazione di astringenza e definiscono anche la longevità e la struttura di un buon vino.

Per preservare questa peculiarità dei vini rossi, ridurne l’acidità e accentuarne la morbidezza è indispensabile degustarli ad una temperatura ideale che ne attenui l’amarezza e l tempo stesso ne esalti il bouquet aromatico.

Alle temperature più elevate si apprezzano meglio i vini rossi di buon corpo e struttura, mentre vini più giovani e leggermente fruttati richiederanno temperature inferiori per essere meglio apprezzati.

Per non sbagliare possiamo tenere in considerazione dunque due categorie diverse di vini rossi, a cui corrispondono due temperature di servizio differenti:

  • Vini giovani e novelli da servire ad una temperatura di circa 14°;
  • Vini invecchiati e strutturati da degustare ad una temperatura superiore ai 16° che può arrivare anche fino a 20°.

Nel primo caso le temperature più basse consentono di apprezzare le note fruttate e floreali, mentre dai 16-18°C in su si apprezzano meglio le note organolettiche dei vini rossi corposi ed equilibrati, senza mai coprire i sentori speziati e di frutta matura.

Se le temperature troppo elevate rischiano di alterare la composizione aromatica dei vini più tannici, è altrettanto vero che anche i vini più giovani non devono mai essere serviti troppo caldi e conservati in cantina ad una temperatura compresa tra gli 11° e i 15°.

Dall’altra esistono, invece, vini rossi che richiedono una temperatura di servizio più bassa e che possono essere serviti leggermente freschi.

Si tratta essenzialmente di vini rossi poco tannici, spesso anche liquorosi e fruttati, generalmente acidi e con una buona profumazione ed effervescenza, come i rosati e i novelli.

Tuttavia è indispensabile non commettere l’errore di conservarli troppo a lungo in frigorifero, a maggior ragione se si tratta di vini rossi, le cui sostanze e composizione possono essere alterate dalle temperature troppo basse, responsabili di fenomeni di precipitazione e cristallizzazione.

Se aperte, invece, è possibile preservare il contenuto delle bottiglie riponendole in frigorifero.

Un altro errore in cui spesso si incorre è quello di degustare il vino rosso troppo caldo, dopo averne esposto la bottiglia a temperature elevate conservandola in condizioni di eccessivo calore, che non farà altro che alterarne le note di vivacità e alcolicità.

Il primo passo per evitarlo è controllare la temperatura di un vino prima di servirlo in tavola attraverso l’uso di speciali termometri o collarini digitali da posizionare sul collo della bottiglia.

Questo indirizzerà i meno esperti verso una migliore esperienza di degustazione, soprattutto quando non si è in grado di valutare la temperatura di un vino al tatto, afferrando semplicemente la bottiglia tra le mani.

Un altro modo per servire il vino alla temperatura corretta è rispettarne le giuste condizioni di conservazione.

Vediamo quindi quali sono le regole da rispettare perché un vino rosso si conservi perfettamente in cantina e si possa degustare alla giusta temperatura.

Come conservare un vino rosso in cantina: 5 condizioni ideali

Un vino rosso si conserva perfettamente in cantina se si rispettano cinque condizioni ideali, esse sono:

Umidità

La prima condizione perché un vino si conservi al meglio in cantina è garantirgli un tasso di umidità compreso tra l’80% e l’85%.

Questa percentuale è indispensabile per favorire il ricircolo dell’aria tra l’interno e l’esterno e diventa ancor più importante in ambienti asciutti dove il liquido contenuto nella bottiglia tende ad evaporare con più facilità.

Stabilità

Assicurare la giusta stabilità alle bottiglie di vino in cantina è indispensabile per preservarne l’integrità, ecco perché diventa indispensabile curarne la scaffalatura.

Optare per una disposizione su scaffali di legno non solo consente di risparmiare spazio, ma anche di offrire valide superfici di appoggio che preservino al meglio i nostri vini e ci permettano di conservarli nelle giuste condizioni.

Protezione dalla luce

Le bottiglie di vino che si conservano in cantina dovranno essere il più possibile protette dalla luce diretta, responsabile di alterarne le caratteristiche.

In particolare un’esposizione prolungata ai raggi ultravioletti può generare un rapido processo di ossidazione degli acidi contenuti nel vino, provocando la formazione di sedimenti.

L’ambiente della cantina per questo motivo è il contesto ideale in quanto priva di finestre.

Temperatura costante

Una condizione fondamentale per conservare al meglio una bottiglia di vino in cantina è l’esposizione ad una temperatura costante ossia priva di variazioni continue, soprattutto se improvvise.

Se graduali, queste oscillazioni non creano danni importanti come gli sbalzi termici, spesso causa dell’espansione o riduzione del liquido all’interno della bottiglia.

Per evitare questi inconvenienti è consigliabile tenere sempre sotto controllo la temperatura della cantina con un termometro e non trasferire subito la bottiglia in cantina dopo averla acquistata per darle il tempo di abituarsi alle oscillazioni termiche.

Assenza di oscillazioni

Oltre agli sbalzi termici è indispensabile evitare anche le oscillazioni dovute al traffico e qualsiasi altra vibrazione che ostacoli un buon affinamento del vino.

Giovane e frizzante o corposo e invecchiato? Non resta che scegliere la bottiglia di vino da degustare…naturalmente Cantine di Dolianova!

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