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L’uva è un raggruppamento di frutti che prende il nome di grappolo, ciascuno costituito da un raspo e da numerosi chicchi o bacche che possono essere di piccola o di media taglia e assumere colorazioni differenti.

Il raspo, chiamato anche rachide, rappresenta la parte centrale del grappolo e si ramifica in pedicelli, da questi hanno origine i fiori e in seguito i frutti, ossia i granelli d’uva.

I chicchi d’uva prendono il nome di acini, che si distinguono per colore verde giallastro in caso di uve bianche mentre assumono una tonalità scura tendente al rosa, al viola o al violetto bluastro nelle qualità di uva nera.

Vediamo esattamente quali sono le caratteristiche dei chicchi d’uva e a che cosa servono esattamente nel processo di produzione del vino.

Chicco d’uva: che cos’è e a cosa serve

Il chicco d’uva non è altro che un granello o bacca carnosa contenente i semi che costituiscono l’intero grappolo.

Si tratta di un frutto commestibile che si chiama acino e si caratterizza per la tipica conformazione rotonda e la buccia liscia.

L’acino rappresenta dunque il frutto della vite che cresce sui vitigni ed è costituito essenzialmente da buccia o epicarpio e dalla polpa o mesocarpio, la quale, a sua volta, racchiude all’interno da uno a quattro semi, detti vinacciòli o fiòcini.

Il chicco d’uva o acino è in sostanza il prodotto del ciclo vegetativo della pianta e ne rappresenta il punto finale, ossia quello da cui è possibile dare inizio ad una nuova fase riproduttiva.

La fruttificazione, ossia il processo chimico che permette alla pianta di sviluppare le potenzialità per la nascita di una nuova piantina, ha quindi come risultato finale proprio l’acino, ossia le bacche attaccate al raspo composte da una buccia più o meno spessa che possono assumere forma di corno, sferica, ovale o ellissoidale.

Durante il processo di maturazione, in particolare, l’acino assorbe glucosio e fruttosio arricchendosi, così, di zuccheri e smorzando l’acidità presente nelle sue parti verdi.

Se da una parte ciò consente di trasferire le note acidule, in particolare quelle derivanti dall’acido citrico, malico e tartarico, ad altri organi della pianta, determinando una componente fondamentale del vino, dall’altra la presenza di zuccheri caratterizza la dolcezza del prodotto finale.

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