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Conosciuto anche come vincotto, esiste un’autentica tradizione delle Marche e dell’Abruzzo, e non solo in cui la ricchezza della nostra tradizione e cultura si manifesta nei profumi e nei sapori unici: il vino cotto.

Questo vino nasce da una tecnica millenaria di vinificazione che dà vita a un vino dolce e robusto, caratterizzato da una varietà di colori che vanno dal rosso fino all’ambrato con sfumature nocciola. Il suo sapore si distingue per un perfetto equilibrio tra acidità e dolcezza.

Non a caso, ogni estate a Loro Piceno prende vita la celebre Sagra del Vino Cotto, un evento in cui vengono esaltate le proprietà e i benefici di questa straordinaria bevanda.

Tuttavia, il vino cotto non va confuso con il tipico vino cotto pugliese, che si ottiene invece dal mosto fresco.

Pertanto, come viene realizzato? E come utilizzare il vino cotto? Rispondiamo a queste e altre domande nel nostro approfondimento.

Vino cotto: come si produce?

Il vino cotto si ottiene dalla pigiatura e pressatura di diverse varietà d’uva: soprattutto le varietà dolci vengono utilizzate per la produzione. Il risultato, cioè il mosto, viene poi fatto bollire lentamente a fuoco diretto per circa 12 ore. Durante la cottura il liquido produce una schiuma che viene man mano eliminata, fino a una riduzione del 50% del suo volume. C’è anche chi decide di aggiungere zucchero in cottura per ottenere una maggiore dolcezza.

Completata la cottura il mosto viene travasato prima in botti di legno di castagno o rovere e successivamente in botti di quercia antiche dove completerà la fermentazione. Viene così lasciato invecchiare per un periodo non inferiore a cinque anni. Questo processo conferisce al vino cotto una gradazione alcolica elevata e contribuisce anche a sviluppare le caratteristiche aromatiche e il profilo di gusto distintivo del prodotto finale.

Come abbiamo visto, la preparazione richiede tempo e attenzione. Nasce così una bevanda che si presenta limpida, molto dolce e in grado di sprigionare un profumo fruttato, con una gradazione alcolica che oscilla tra il 12% e il 14%, a seconda del tipo di invecchiamento.

A casa è possibile ottenere una versione semplificata del vino cotto facendo bollire sulla fiamma molto bassa della polpa d’uva (dopo aver rimosso graspi, semi e bucce) per molte ore, finché non si riduce all’incirca della metà.

Vino cotto: origini e utilizzi

Ancora oggi il vino cotto segue le radici della tradizione contadina nel rispetto di una ricetta tramandata di generazione in generazione.

In passato, il vino cotto era consumato come un comune vino da tavola. Le famiglie contadine preparavano questa bevanda principalmente per affrontare i lavori più impegnativi per recuperare forza ed energia.

Oltre a essere un simbolo di ospitalità per ogni famiglia, il vino cotto era riservato per le occasioni più importanti. Per esempio, il vino cotto rivestiva un ruolo particolare durante eventi significativi, come la celebrazione della nascita di un figlio. In questo caso, veniva accuratamente conservato in una piccola botte, destinato a essere gustato solo quando il giovane raggiungeva la maggiore età o nel giorno delle sue nozze.

Veniva inoltre impiegato come rimedio per vari disturbi, come il raffreddore, la cura degli eritemi nei bambini o per la lucentezza della pelle. Secondo la tradizione, infatti, le braccia e le gambe dei bambini venivano bagnate con il vino cotto per rafforzarli.

Vino cotto: come utilizzarlo adesso?

Come abbiamo già accennato, in passato il vino cotto era consumato come un comune vino da tavola, ma proprio perché si tratta di una bevanda molto zuccherina oggi è più apprezzato come vino da dessert. Può essere infatti gustato accompagnato da biscotti secchi o ciambellone.

Può essere poi utilizzato in cucina per insaporire carni o marmellate, ma anche come semplice condimento su ricotta, robiola, mascarpone, gelati e granite. Oppure ecco una ricetta da provare Ricetta pizzette di vino cotto.

Non solo, il vino cotto trova impiego nella preparazione di dolci, tra cui spiccano i famosi biscotti al vino cotto: negli impasti in genere il vino cotto ha la funzione di legante per la farina. Non a caso, si trova in tantissime ricette regionali italiane con infinite varianti… Come i papassini sardi!

Papassini sardi realizzati con vino cotto

I papassini sono dei tipici biscotti sardi di pasta frolla che da tradizione si preparano in occasioni speciali o durante le festività, come la festa di Ognissanti, in molte zone della Sardegna.

Si tratta di piccoli biscotti preparati con ingredienti come mandorle, noci, miele, e appunto, vino cotto.

Generalmente, per preparare i papassini si ammolla l’uvetta in acqua tiepida, si prepara un impasto di pasta frolla con l’aggiunta di vino cotto, mandorle o noci tritate e l’uvetta. Si fa poi riposare l’impasto per un’ora circa, si stende con il mattarello e si taglia in rombi, che verranno poi glassati con la glassa reale e decorati con le codette colorate.

Il vino cotto, un ingrediente chiave nella loro preparazione, aggiunge un sapore distintivo al dolce conferendo note di uva caramellata e una leggera acidità.

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