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Aprire un’enoteca è un’interessante opportunità di business su cui investire risorse economiche e a cui dedicarsi se si ha la passione per il vino o si è in possesso della formazione e preparazione in materia.

In realtà quest’attività, che si concentra essenzialmente nella vendita al dettaglio di vini e liquori, richiede non solo un’ampia cultura relativa al settore vinicolo ma anche un’approfondita conoscenza dei prodotti selezionati per il cliente finale.

Per aprire una piccola enoteca è necessaria una pianificazione dettagliata al fine di valutare al meglio il progetto in termini economici e pratici, ecco quali step seguire per avviare l’attività.

Come aprire una piccola enoteca: il business plan

Il primo passo per aprire un’enoteca di successo è valutare rischi e costi per ottenere guadagni sufficienti a rendere l’investimento produttivo, per farlo al meglio è indispensabile redigere un business plan.

Questo documento serve, infatti, per descrivere il progetto imprenditoriale in ogni suo dettaglio, individuandone punti di forza e di debolezza e aiutando a definire meglio l’idea di business da avviare.

In particolare attraverso il business plan è possibile:

  • Valutare i costi
  • Scegliere la location, da individuare in base al target a cui rivolgersi
  • Analizzare i possibili guadagni.

Più nello specifico il piano si compone di due parti fondamentali, una descrittiva e l’altra analitica.

Nella parte descrittiva si effettua una sintesi del progetto imprenditoriale ovvero si analizzano in modo dettagliato la figura dell’imprenditore e i suoi collaboratori, se presenti, valutandone obiettivi economici e sociali.

In secondo luogo si passa ad analizzare il prodotto che si intende commercializzare per capire come distinguersi dalla concorrenza, pertanto questa fase non può prescindere dall’analisi del mercato e delle opportunità presenti.

È sempre all’interno di questa sezione che si mette a punto una strategia commerciale e di marketing finalizzata alla buona riuscita dell’attività.

Dopo aver studiato nel dettaglio questi aspetti il business plan offre la possibilità di stilare una proiezione finanziaria in una seconda sezione, quella numerica e descrittiva appunto.

In questa fase si valuta l’entità del capitale necessario non solo all’avvio dell’attività ma anche alla gestione della stessa e si analizzano eventuali proposte di finanziamento.

In sostanza nell’ultima parte si verifica nel concreto la validità delle ipotesi formulate nella prima sezione descrittiva prendendo in considerazione gli aspetti economici e patrimoniali.

Per aprire una piccola enoteca, oltre a pianificare le attività, è fondamentale inoltre capire quali requisiti è necessario possedere, dai titoli di studio alle certificazioni richieste per avviare il business.

Ecco quali sono le certificazioni e i requisiti professionali richiesti e l’iter burocratico da seguire se si intende aprire un’enoteca.

Come aprire una piccola enoteca: requisiti e iter burocratico

Aprire una piccola enoteca richiede come primo requisito fondamentale una buona conoscenza del prodotto che consenta una corretta gestione del locale, pertanto indispensabile sarà la frequenza di un corso di sommelier per apprendere le nozioni basiche sul vino.

Completano il quadro buone doti comunicative per una gestione ottimale del rapporto con la clientela e il rispetto di un percorso di studi attinente e un preciso iter burocratico per ottenere certificati e autorizzazioni.

Più in particolare se si prevede di aprire un’enoteca che si occupi della vendita di vini e della somministrazione di alimenti o aperitivi, è richiesto:

  • Diploma di scuola alberghiero o un corso professionalizzante certificato o in alternativa un’esperienza lavorativa di almeno due anni nel settore;
  • Corso Saab o di somministrazione alimenti e bevande;
  • Certificazione HACCP con cui si attesta la conoscenza delle norme igienico-sanitarie da rispettare durante l’attività per ottenere in nulla osta della Asl;
  • Certificazione di inizio attività o SCIA (segnalazione certificata di inizio attività) da presentare al Comune di riferimento per comunicare l’avvio dell’attività produttiva;
  • Licenza alcolici da richiedere presso l’Agenzia delle Dogane;
  • Apertura Partita Iva;
  • Registrazione presso Camera di Commercio, dove ci si iscriverà al Registro delle Imprese.

La scelta del locale idoneo risulterà fondamentale ovviamente per la buona riuscita dell’attività, soprattutto qualora si decidesse di aprire un’enoteca che funzioni anche da wine bar, dove è indispensabile che lo spazio sia confortevole e accogliente.

In questo caso, pertanto, oltre ad avere tutte le certificazioni e i permessi in regola, è indispensabile che lo spazio disponibile interno sia almeno tra i 70 mq e i 100 mq, prevedendo anche un’area esterna con tavoli in cui servire la clientela.

In caso di piccola enoteca basata soltanto sull’esposizione e la vendita di vini e bevande alcoliche potrà, invece, essere sufficiente uno spazio più esiguo, pertanto può bastare un locale tra i 40 e i 50 mq.

Un altro fattore da non trascurare è la selezione del prodotto da proporre al cliente, indispensabile è dunque puntare su un assortimento di vini di qualità e dunque scegliere fornitori affidabili.

Passiamo ora ad analizzare i costi, ecco quali spese comporta aprire una piccola enoteca e quanto è possibile guadagnare da questa attività.

Quanto costa aprire una piccola enoteca: investimenti e spese di gestione

I costi legati all’apertura di una piccola enoteca si rapportano sia all’investimento iniziale necessario all’avvio dell’attività sia alle spese di gestione indispensabili a farla funzionare al meglio.

Per quanto riguarda i costi iniziali, una piccola enoteca di circa 50 metri può costare dai 70.000€ agli 80.000€ se si considerano le spese burocratiche, eventuali costi di ristrutturazione del locale, l’arredamento, le utenze da attivare e soprattutto l’assortimento dei vini.

Quest’ultimo aspetto può incidere notevolmente sulla spesa di avvio dell’attività in funzione del target a cui ci si rivolge, se si pensa che il solo assortimento di circa 300 etichette può richiedere un investimento di più di 15.000€.

Il rifornimento ideale è di circa 400 o 500 bottiglie con cui testare gusti ed esigenze del cliente, per poi ridimensionare l’offerta o ampliarla in base alla risposta, individuando così anche le etichette che meglio rispondono alle aspettative dei consumatori.

Anche i costi legati alla burocrazia richiedono una spesa notevole, come quelli relativi alla SCIA per attività commerciali, variabili da un minimo di 250€ ad un massimo di 1000€.

Per quanto riguarda, invece, la partita IVA è possibile optare inizialmente per il regime forfettario ossia con aliquota al 15% anziché al 22% ma soltanto se i ricavi non superano i 65.000€ annui.

A ciò si aggiungono le spese di gestione, che includono il pagamento di un affitto, la gestione del magazzino e delle attività per promuovere il locale, i costi per il commercialista e per le utenze, infine il pagamento degli stipendi del personale e dei contributi.

Un ottimo modo di risparmiare sui costi iniziali può essere rivolgersi al franchising, che richiede un investimento decisamente più contenuto, compreso tra i 9.000€ e i 30.000€, in cui sono inclusi gli arredi, la cassa, il magazzino oltre ad un valido aiuto per la gestione e la promozione dell’attività.

I margini di guadagno legati ad un’enoteca sono del 30% circa sul prezzo di acquisto dei vini ma possono arrivare anche all’80% nel caso di somministrazione di aperitivi.

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